L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lanciano, rientra nell’ambito delle verifiche effettuate in materia ambientale dalla Capitaneria di Porto lungo il corso dei fiumi, per il contrasto agli scarichi inquinanti nelle acque fluviali, e quindi in mare, e nasce da una verifica di alcuni siti sospetti rilevati direttamente con l’ausilio dei sistemi satellitari reperibili su internet.
Da alcune foto satellitari reperite in rete, infatti, i militari della Guardia Costiera sono riusciti ad individuare un’area, nascosta fra la vegetazione, parsa fin da subito sospetta per via della presenza di innumerevoli cataste di materiali vari a poche decine di metri dal corso del fiume Feltrino. Giunti sul posto, gli ispettori si sono ritrovati di fronte ad una vera a propria discarica abusiva di rifiuti: macerie derivanti dall’edilizia, carcasse di veicoli, pneumatici dismessi, rottami ferrosi, pezzi di amianto e addirittura una carcassa di un vecchio camion. Sul posto è stato presto identificato il proprietario del terreno, titolare anche di una piccola impresa edile, che ora dovrà rispondere di varie ipotesi di reato contemplate dal Testo Unico Ambientale.
Ma le sorprese per i marinai della Guardia Costiera non sono finite qui: durante le operazioni di sequestro, infatti, è stata rinvenuta, fra la vegetazione, una pozza di acque nere, profonda circa un metro e mezzo, che si è appreso derivare da una condotta fognaria dell’ente gestore del servizio di depurazione, rotta da diverso tempo. La società che gestisce il servizio, deferita anch’essa alla Procura della Repubblica di Lanciano, ha assicurato il pronto intervento per porre immediatamente fine alla situazione di inquinamento del suolo e del sottosuolo, scongiurando, quindi, che in caso di piogge possano verificarsi anche fenomeni di scarico di reflui nel vicino fiume Feltrino.
Alle attività ha collaborato anche l’Arta Abruzzo che ha effettuato la catalogazione dei rifiuti rinvenuti in discarica e le analisi dei reflui prelevati dalla pozza.