É stata pubblicata su “Phytotaxa”, rivista scientifica internazionale su botanica e biodiversità, la “Flora del Parco Nazionale della Majella”, l’elenco di tutte le piante viventi nel territorio del Parco con il quale sono stati divulgati i dati riassuntivi derivanti da decenni di ricerca, raccolti e valutati dagli autori Fabio Conti e Fabrizio Bartolucci ricercatori dell’Università di Camerino, Luciano Di Martino e Giampiero Ciaschetti, botanici dell’Ufficio Botanico del Parco Nazionale della Majella.
Gli autori si sono basati sulla ricca bibliografia esistente e hanno direttamente esplorato le cime e le valli del Parco raccogliendo campioni d’erbario e copioso materiale fotografico. Al termine di questo lavoro sono state registrate ben 2286 piante diverse tra specie e sottospecie.
La Majella, montagna sacra d’Abruzzo, è storicamente anche la montagna dei fiori, esplorata in modo sistematico già dagli inizi del 1800, principalmente ad opera del botanico napoletano Michele Tenore, che aveva tra i suoi corrispondenti e collaboratori anche studiosi locali. Ma già dal XVI secolo la Majella è nota per la ricchezza di erbe officinali, tanto da essere visitata da Luigi Anguillara, primo custode dell’Orto Botanico di Padova (il più antico orto botanico al mondo ancora nella sua collocazione originaria, fondato nel 1545).
Il professor Fabio Conti riferisce che “questo elevato numero di piante pone la Majella, insieme al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e al Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, tra le aree parco floristicamente più ricche ed indagate d’Italia”. Molte piante sono state dedicate alla Majella perché qui scoperte e descritte, riportando l’epiteto magellensis/e o majellensis/e.
Tra le entità censite 201 sono endemiche italiane, di cui 15 endemiche del Parco, e cioé in tutto il mondo vivono rispettivamente solo in Italia o nel territorio del Parco. Molte altre sono di particolare interesse biogeografico perché molto rare o al limite di areale: queste ultime ammontano a ben 137 entità, costituite soprattutto da piante che hanno nella Majella il limite meridionale dell’areale italiano.
Sono state elencate anche 110 piante esotiche spontaneizzate, da tenere sotto controllo perché particolarmente invasive.
Il Direttore del Parco Nazionale della Majella, Luciano Di Martino, co-autore della pubblicazione, esprime “viva soddisfazione per il risultato raggiunto, frutto di oltre un ventennio di ricerche iniziate proprio dal Prof. Fabio Conti, in quanto la flora rappresenterà un utile strumento per la tutela della biodiversità vegetale nel Parco, a cui l’Ente dedica già molto impegno attraverso i suoi due Giardini Botanici, la Banca del Germoplasma ed il Vivaio delle Piante autoctone”.
Le esplorazioni floristiche, e in generale gli studi botanici (ecologia vegetale, micologia, etnobotanica) sulla Majella e sugli altri rilievi circostanti, confermano la notevole importanza floristico-vegetazionale e biogeografica del Parco della Majella a livello nazionale ed europeo, scrigno di cultura e di biodiversità.
Infine, gli autori desiderano ringraziare colleghi ed amici che hanno fornito dati e sono stati spesso compagni di escursioni: in particolare Aurelio Manzi, Gianfranco Pirone, Valter Di Cecco, Michele Di Musciano, Mirella Di Cecco, Giuseppe Marcantonio, Marco Di Santo, Antonio Antonucci, Marco Carafa e Annarita Frattaroli.