Si accende definitivamente la battaglia tra L’Aquila e Teramo sull’accorpamento delle Camere di Commercio.
Il 30 dicembre scorso, infatti, la Camera di Commercio dell’Aquila ha intimato e diffidato la Regione Abruzzo “a dare corso, con effetto immediato, ponendo fine al grave ed ingiustificato ritardo finora accumulato, alle iniziative di sua competenza stabilite all’art. 9 del DM156/2011”. L’Aquila, in sostanza, vuole che si procede immediatamente all’accorpamento con Teramo, sottolineando tra l’altro nello stesso documento “di riservarsi di attivare ogni ulteriore iniziativa, anche in sede giurisdizionale, anche nei confronti della Camera di Commercio di Teramo, a tutela dei propri diritti, anche di natura risarcitoria”.
Il presidente della Camera di Commercio di Teramo, Gloriano Lanciotti, ha sostanzialmente risposto alla diffida come già sottolineato nella conferenza di fine anno: onde evitare ricorsi futuri, è meglio attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale al proposito che avverrà il prossimo 8 aprile.
“Siamo meravigliati dai toni e dai contenuti della citata diffida – si legge in una nota teramana – Sono poco consoni alla salvaguardia dell’armonia dei rapporti istituzionali tra i due enti”.
Teramo ha chiesto alla Regione Abruzzo (al presidente Marsilio ed all’assessore Febbo) di attendere dunque la Corte Costituzionale prima di procedere, ricordando come anche la Regione Campania ha sospeso l’accorpamento volontario tra le Camere di Commercio di Avellino e Benevento per lo stesso motivo.