Il rischio sanitario è sicuramente la conseguenza primaria e di maggiore preoccupazione legata alla diffusione del Coronavirus nel mondo e da circa 10 giorni direttamente nel nostro Paese. Ma c’è un altro fronte che sta risentendo in maniera significativa delle conseguenze della diffusione del virus globale.
E mi riferisco al sistema produttivo nella totalità dei suoi settori. Solo con un approccio di 360° e in sistema sferico riusciremo a trovare le soluzione a questa emergenza”. A parlare è il presidente di Confindustria Chieti Pescara, Silvano Pagliuca, nella conferenza, organizzata questa mattina proprio per fare il punto della situazione sulle conseguenze del Covid-19 sul mondo delle imprese e sulle possibili soluzioni. “Bloccare il virus e quindi tutelare la salute, è la prima azione da mettere in atto, ma immediatamente dopo occorre evitare che la crisi economica faccia il resto – aggiunge il presidente -. È la prima volta che il mondo si trova ad affrontare una questione sanitaria di questa rilevanza.
Ma ora dobbiamo concentrarci per limitare gli impatti sul sistema economico e produttivo che questa emergenza sta producendo”. Sin dai primi giorni della diffusione del virus sul territorio italiano, Confindustria Chieti Pescara ha avviato subito una serie di attività per limitare il contagio, ma anche per tutelare le imprese del territorio. Pagliuca ha continuato: “Stiamo capendo tutti per la prima volta e purtroppo a seguito di un’emergenza mondiale dovuta al coronavirus che occorre digitalizzare il Paese. L’esempio più scontato ma che scontato fino a ieri non era è il ricorso allo smart working. La società del XXI secolo vive un grande paradosso: è iper-connessa, digitale ed alla ricerca di efficienza, ma si basa su modelli di lavoro pensati nel secolo scorso e non più adatti al contesto in cui viviamo. Un paese che ha affrontato e sta affrontando solo ora in modo capillare il tema del lavoro a distanza. Abbiamo forti differenze dell’utilizzo di questo importantissimo strumento, oltre il 50% delle aziende del nord la utilizzano per arrivare a punte minime al sud del 10%. Qui lunedì 24 fra i temi della policy comportamentale da tenere per far fronte al corono virus, abbiamo immediatamente fatto ricorso allo smart working.
L’abbiamo potuto fare perché tutti i dipendenti utilizzano pc portatili e sw erogati in modalità cloud. Ma molto resta da fare nel campo sanitario: l’utilizzo della telemedicina, della teleassistenza, dell’ A.I. e dei BIG DATA è imprescindibile. Dunque, algoritmi e Data scientist per finire le possibilità di ricostruire gli spostamenti del soggetto colpito dal virus, per determinare con chi altri potrebbe essere venuto in contatto. Per non parlare della possibilità di simulare su un software la capacità del virus di riprodursi. Grazie a potenti computer con grande capacità elaborativa potranno affiancarsi alla chimica dei laboratori simulazioni che accelereranno la comprensione di tutto questo. Il Cineca insieme al consorzio delle università italiane lo sta facendo e così nel resto del mondo. Studiano il comportamento delle proteine che consentono al Virus di replicarsi. Dopo Il Coronavirus nulla potrà essere più come prima. La tecnologia è fondamentale in tutti i comparti ad esempio l’ambiente e nello specifico nella sanità dove effetti come quelli che stiamo vedendo ci fanno capire come i confini sono questioni che riguardano la geopolitica ma non le malattie e pertanto la cooperazione tra i popoli non è più una scelta ma una necessità. La globalizzazione sta affermando con forza che abbiamo i medesimi destini”.
“Sono tante le conseguenze legate al coronavirus che bisogna limitare il più possibile prima che possano danneggiare seriamente l’economia del Paese e del territorio – sottolinea il direttore generale Luigi Di Giosaffatte – Nel settore edile, siamo riusciti a dare una risposta alle aziende di Chieti e Pescara che hanno cantieri aperti nelle zone rosse, che sono stati sospesi, estendendo la cassa integrazione straordinaria; sul piano turistico è già stato verificato un crollo di circa il 60 per cento delle prenotazioni anche per il periodo estivo; nell’ambito del manifatturiero i problemi sono legati alle merci e alle lavorazioni già finite, destinate nei Paesi europei e internazionali e bloccate in Italia, ma anche alla carenza nella distribuzione delle materie prime e alla cassa integrazione in deroga nelle aree non comprese nella zona rossa. Infine, nella grande distribuzione, occorre applicare alle nostre aziende con punti vendita anche nelle regioni a rischio, le norme derogatorie”. Confindustria Chieti Pescara, inoltre, fin dal 24 febbraio ha adottato delle misure di prevenzione per i propri collaboratori: ha regolamentato le norme di accesso all’interno delle sedi di Pescara, Vasto e Val di Sangro; ha introdotto termo lettore in caso di incontri che coinvolgono più di 15 persone; annullato i meeting più ampi e autorizzato lo smart working fino al 28 febbraio; e infine, ha chiesto alle aziende associate di adottare le dieci norme di comportamento del ministero della Salute e suggerito a tutti gli associati le norme più stringenti che sono già protocollo delle aziende alimentari e di farmaceutica.
Nei giorni scorsi Di Giosaffatte ha inoltre incontrato l’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, proprio per concertare tutte le soluzioni possibili al contenimento dell’emergenza. A livello nazionale, i vertici di Confindustria hanno avuto due incontri con il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli e con il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. È stata costituita una Task force Coronavirus interna, per rispondere alle richieste del sistema in maniera sempre più efficiente e puntuale, e ha anche sottoposto alle aziende associate un’indagine per individuare i problemi che le imprese italiane devono affrontare per quanto riguarda sia i loro rapporti internazionali che le loro attività produttive. Tra le misure già approntate: la sospensione (fino al 31 marzo 2020) dei termini per i versamenti e gli adempimenti degli obblighi contributivi e assicurativi; la previsione della CIG in deroga per tutti coloro che non possono far ricorso agli ammortizzatori a regime; l’eventuale integrazione della dotazione finanziaria del Fondo di integrazione salariale (FIS); la regolazione del rapporto tra le sospensioni di CIGS in atto e le nuove situazioni di CIGO; l’indennità per i lavoratori autonomi per tre mesi fino ad un massimo di 500 € mensili.