Linea Adriatica: fronte comune tra imprese e politica SCARICA IL DOCUENTO

ferroviaPescara. Un fronte comune tra imprese e politica per sostenere, con un investimento di un miliardo e mezzo di euro e la modifica del Piano nazionale delle infrastrutture, la velocizzazione della linea ferroviaria adriatica tra Bologna e Bari: con l’obiettivo di ridurre sensibilmente i tempi di collegamento tra la nostra regione e le grandi città del nord e del sud.

 

Ma di tempo ce ne è poco, perché, come ha spiegato il sottosegretario di Stato, Giovanni Legnini, presente all’incontro, “prima il governo, poi il Parlamento ed infine il Cipe, dovranno mettere “nero su bianco” entro il 2013 la disponibilità di risorse, prima che l’azienda ferroviaria passi alla vera e propria progettazione dell’opera”. Si è svolto questa mattina a Pescara, nella sala Camplone della Camera di commercio di Pescara, il confronto sulla Linea Adriatica, organizzato da undici associazioni d’impresa ed alcuni esponenti di primo piano della politica regionale, come, i deputati Antonio Castricone, Gianni Melilla, Giulio Cesare Sottanelli e Gianluca Vacca, la senatrice Federica Chiavaroli, l’assessore regionale ai Trasporti, Giandonato Morra.

E’ toccato al presidente regionale della Cna, Italo Lupo, illustrare anche a nome delle altre associazioni promotrici del confronto (Casartigiani, Cia, Claai, Coldiretti, Confapi, Confcooperative, Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio e Confindustria) il documento messo a punto come base del confronto (CLICCA E SCARICA IL DOCUMENTO): “Riteniamo che il processo di velocizzazione – ha detto tra l’altro – debba vedere proprio l’Abruzzo al centro dell’investimento, perché tra le regioni dell’area adriatica è la più penalizzata. Nelle Marche, infatti, sono già operativi i treni veloci di Trenitalia, mentre Ntv potrebbe essere prossimo a intervenire. Mentre più a sud, la tratta tra Bari e Foggia è già inserita organicamente nei piani finanziari dell’Alta velocità».  «In questo senso – ha aggiunto – crediamo sia determinante l’impegno fattivo, al di là delle rispettive posizioni parlamentari, di tutti i deputati e senatori abruzzesi, oltreché dei rappresentanti di governo e della Regione Abruzzo, affinché il progetto sia subito inserito nelle previsioni di spesa del Piano. In questo contesto, inoltre, va chiesto alle due aziende presenti sul mercato dell’Alta velocità ferroviaria di prolungare da subito, fino a Pescara, la percorrenza dei loro mezzi veloci che attualmente terminano ad Ancona la propria corsa”.

Intervenendo nel corso del confronto, l’assessore regionale ai Trasporti, Giandonato Morra, ha sottolineato come “siano state le iniziative istituzionale a modificare lo scenario in modo positivo: se questa mattina l’amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti, ha detto che la trattativa con il governo è a buon punto per mettere in campo un investimento di 1,5 miliardi di euro, si deve anche a questo. Oltretutto, rendere più competitiva la linea adriatica vuol dire inserirsi in un contesto sovranazionale decisivo. Resto però dell’avviso che Trenitalia abbia già la possibilità di migliorare sensibilmente, anche con l’infrastruttura attuale e giostrando con gli orari ed i mezzi, come ad esempio con l’introduzione subito degli Etr 500, le relazioni con il nord Italia». Da parte sua, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanni Legnini, ha detto che «in materia di infrastrutture va chiusa la fase degli annunci, e l’investimento di cui parla Moretti, almeno per il momento, è tutt’altro che scontato e può essere raggiunto mobilitando la nostra regione, che è davvero la più penalizzata in materia di trasporto ferroviario dell’intera dorsale e del Paese. Entro il 2013 vanno chiuse tutte le procedure necessarie, sennò sarà impossibile passare alla vera e propria fase operativa”.

Nel frattempo il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi (non presente all’incontro a Pescara), ha aderito, con forza e convinzione, alla campagna di raccolta firme, promossa dalla Gazzetta del Mezzogiorno, per l’adeguamento agli standard nazionali ed europei del trasporto ferroviario nel territorio meridionale adriatico. “Dobbiamo far sentire la nostra voce – esorta il Governatore – perché il discrimine di Ferrovie dello Stato sta irrimediabilmente penalizzando le prospettive di crescita e sviluppo delle regioni del Mezzogiorno. Non è più tollerabile un servizio trasportistico, di merci e persone, consono alle esigenze di cittadini ed imprese, che si interrompe a Bologna”. Quindi, Chiodi invita tutti i cittadini, abruzzesi e non, a firmare per ipotecare un progetto dell’Alta velocità ormai imprescindibile e che esalti il valore unitario di tutta la Penisola. Si puo’ contribuire esprimendo il proprio “si'” on line. La Gazzetta del Mezzogiorno ha sposato questa causa già da tempo, attraverso forum ed incontri con gli amministratori delle Regioni adriatiche interessate. Chiodi ha sempre sostenuto la necessita’ di un immediato miglioramento della media velocità, propedeutico all’Alta velocità ed al corridoio europeo che arrivi sino in Puglia.

Il governatore, invece, si è mostrato cauto rispetto all’annuncio dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, ieri da Cernobbio: “un annuncio già sentito da noi tempo fa. Se è vero che il Governo sta pensando di mettere 1,5 miliardi di euro sull’upgrade della linea Adriatica ne sono contento – spiega Chiodi – ma aumentare la velocità ferroviaria del 20% non è una panacea per sanare il gap infrastrutturale, di collegamento e di tempistica, che tuttora si registra, purtroppo, tra l’Italia del Nord ed il Mezzogiorno. “Se Moretti pensa così di ridimensionare le ambizioni di crescita e di sviluppo di alcune Regioni adriatiche, Abruzzo in primis, beh!, è in errore – aggiunge il Governatore – L’investimento ipotizzato serve, infatti, semplicemente a migliorare la disastrosa situazione attuale del trasporto ferroviario. Ma non a risolverla. Le Regioni adriatiche non si accontenteranno di niente di meno dell’alta velocità, tutt’altra cosa; obiettivo che bisogna perseguire con forza per non rimanere marginali ai processi evolutivi dell’Italia più avanzata e dell’Europa”. Per Chiodi l’unica soluzione possibile e’ il prolungamento del corridoio europeo fino alla Puglia, toccando tutte le regioni del Mezzogiorno adriatico. Il presidente della Regione Abruzzo ricorda altresì che fu il Governo Prodi “ad accettare inopinatamente un ridimensionamento di quella infrastruttura, essenziale per le relazioni internazionali, sia economiche che sociali” ed invita l’Esecutivo in carica a “riparare a quel grave errore”. E’ consapevole Chiodi che pochi amministratori “mettano faccia e impegno” per grandi progetti che non portano immediati consensi in termini elettorali. Ma lui sull’alta velocità sta puntando sin dal suo insediamento.

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