Pescara. “Dopo i dati negativi dell’Istat del primo trimestre 2017 oggi arriva una doccia fredda dai numeri resi pubblici dalla Cna Abruzzo riferiti all’occupazione descrivendo uno scenario preoccupante e allucinante rafforzando ancora di più il nostro allarme di come in Abruzzo ci sia una vera e propria emergenza lavoro”.
Questo il commento del Presidente della Commissione Vigilanza e Consigliere regionale Mauro Febbo che sottolinea come “in Abruzzo abbiamo il peggiore dato trimestrale registrato negli ultimi dieci anni.
Un 2017 che inizia malissimo con una flessione di diciottomila unità e con un decremento percentuale del -3,7%. Sempre dal report della Cna – spiega Febbo – apprendiamo come il tasso di occupazione in Abruzzo nel primo trimestre 2017 è stato del 53,9%, valore che rimane ancora più basso del 57,2% nazionale registrando uno spread negativo di 3,3 punti percentuali.
I disoccupati hanno registrato un incremento dell’1,4% in contro tendenza rispetto al dato nazionale che ha segnato una decrescita dello 0,7%. Mentre il tasso di disoccupazione, in Abruzzo nel primo trimestre 2017, è stato del 13,7% mentre in Italia ha segnato il 12,1%%.
Il dato assegna all’Abruzzo uno spread dell’ 1,6%. Poi ci sono gli inattivi che passano da 304 mila del IV trimestre 2016 a 316 mila del I trimestre 2017 registrando un incremento di 12 mila unità. In termini percentuali l’incremento degli inattivi è stato del 4,2% valore di molto superiore a quello medio nazionale che è stato dello 0,5%. Queste cifre oggi piazzano l’Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale.
A questo – continua ancora Febbo – si aggiungono altri elementi negativi quali meno esportazioni dove crescono di soli 24 milioni contro i 264 del primo trimestre di un anno fa e, in valore percentuale, l’incremento è stato di appena l’1,2% (contro una media nazionale del 9,9%). Mentre le imprese scendono di 972 unità, per una decrescita dello 0,66%.
Quindi abbiamo una quadro clinico da rianimazione per la Regione Abruzzo dove non ci resta che constatare, numeri alla mano, lo stato di grave crisi in cui versa l’economia abruzzese. Infatti in questi anni abbiamo visto pochissime, o quasi nulla, di politiche incisive per il sistema produttivo.
Ormai da tempo rilevo come il governo regionale si sia incartato e imploso bloccando sia la macchina amministrativa sia le risorse fondamentali e indispensabili come quelli provenienti dalla comunità europea e tutti i fondi strutturali derivanti dallo stato.
Oggi è vitale – conclude Febbo – iniettare nel nostro sistema produttivo nuove risorse con l’apertura di bandi ma questo purtroppo, nonostante le rassicurazioni e le promesse, non avviene affatto.
Oggi purtroppo assistiamo solo ad annunci ma poi la Regione produce il nulla e il vuoto assoluto. D’altronde siamo ancora in attesa dei centomila posti di lavoro promessi da D’Alfonso mentre l’Abruzzo precipita nel baratro della recessione e disoccupazione dilagante”.