L’Assessore regionale Mauro Febbo ha risposto all’interrogazione sui Gruppi di azione locale (Gal) presentata dal consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini, con la quale si chiedeva se vi era la volontà di convocare la Commissione di valutazione del bando per esaminare le osservazioni presentate dai Gal ricorrenti al fine di consentire che gli eventuali errori commessi dalla Commissione potessero essere rilevati, corretti ed emendati prima della definizione della graduatoria definitiva. Di fatto, però, l’assessore non ha dato nessuna risposta al quesito che gli era stato sottoposto.
“Alla precisa domanda posta nell’interrogazione” spiega Ruffini “l’assessore Febbo è uscito allo scoperto: non c’è nessuna volontà di riconvocare la Commissione di valutazione né tantomeno è stata data la disponibilità a discutere le osservazioni dei Gal che hanno fatto ricorso”.
Secondo il consigliere regionale, l’Assessore non solo non ha risposto ma ha fornito una versione a dir poco opinabile sui criteri adottati per la selezione dei soggetti partecipanti al Bando ed i relativi punteggi che a questi vengono attribuiti. L’unico impegno che ha preso è stato quello di trovare una mediazione tra i Gal, ammettendo implicitamente che il Bando originario presentava delle disparità nell’attribuzione dei punteggi.
“Il peccato originale è stato commesso a monte” spiega Ruffini “con l’emanazione di un Bando ambiguo. Adesso, dopo che si è diviso il partenariato locale e creato situazioni di conflittualità per cui i partecipanti sono l’uno contro l’altro, Febbo vorrebbe recuperare una situazione che gli è sfuggita di mano. Ancora una volta regna la confusione e, invece di seguire la corretta procedura riconvocando la Commissione di Valutazione del bando, l’assessore preferisce trattare una questione così delicata scegliendo il percorso meno agevole. Per ben due volte, inoltre, la delibera di riconvocazione della Commissione di Valutazione è stata rinviata dalla Giunta dimostrando disprezzo delle regole e l’incapacità di uscire fuori da un tunnel in cui lo stesso Febbo si è cacciato”.
Ruffini aggiunge poi che “i Gal ricorrenti hanno il diritto di veder riesaminate le loro domande e di avere maggiore chiarezza sull’attribuzione dei punteggi. Febbo doveva dimostrare maggiore apertura invece ha aumentato le tensioni tra i Gal che adesso difficilmente torneranno indietro dopo aver fatto ricorso. In questa situazione ci rimette l’economia locale ed il rischio concreto è che i 21 milioni di euro di fondi europei non vengano spesi con la conseguenza che nessuna azione e nessun progetto vedrà mai la luce sui territori interessati”.