“Gli impianti fotovoltaici minacciano i vigneti”. L’allarme è stato lanciato da Fabrizio Montepara, dell’associazione Città del Vino, il quale ha espresso grande preoccupazione per il diffondersi del numero di pannelli fotovoltaici che sempre più, in Abruzzo, prendono il posto delle colture. Ad attrarre gli agricoltori sono i profitti legati alla vendita di energia elettrica, certamente più alti rispetto ai guadagni derivanti dall’agricoltura.
Sull’argomento interviene oggi il consigliere regionale Claudio Ruffini, che in una nota manifesta l’esigenza di aprire un tavolo con le associazioni che tutelano le colture e con le associazioni del mondo agricolo. Un confronto di cui devono farsi carico anche le istituzioni regionali, in particolar modo la III Commissione consiliare Agricoltura.
“Sono d’accordo con Montepara” dice Ruffini “il rischio di veder cancellati migliaia di ettari di colture pregiate per lasciar posto ai pannelli solari è serio e va affrontato prima che sia troppo tardi”.
Il consigliere regionale del Pd ha già chiesto al Presidente della III commissione Prospero la convocazione di una Commissione ad hoc nella quale affrontare il problema. “Abbiamo bisogno di norme che regolano e tutelano il nostro paesaggio agricolo” aggiunge. “La normativa attuale e le Linee guida sul fotovoltaico non sono sufficienti a garantire un’adeguata protezione del territorio agricolo. Il Pd non è contro il fotovoltaico, anzi. Ma dobbiamo fare in modo che il nostro paesaggio e le colture di pregio come uliveti, vigneti e frutteti, vengano preservati dall’installazione invasiva del fotovoltaico”.
Secondo Ruffini, infatti, il rischio che si corre è alto: “si perderebbe una parte della nostra identità, delle nostre tradizioni, della visibilità del nostro paesaggio. Se è vero che l’Abruzzo è la regione verde d’Europa dobbiamo in qualche modo preservare il verde che abbiamo e le numerose produzioni tipiche che integrano l’identità di regione verde. Vi sono certamente tantissime aree in cui si può installare il fotovoltaico, ma serve una maggiore pianificazione del territorio, una sorta di piano regolatore degli stessi trattandosi tra l’altro di attività produttive energetiche alternative alle produzioni agricole”.
Servono, dunque, azioni strutturali e “la Regione Abruzzo deve intervenire attraverso il Piano di Sviluppo Rurale, prevedendo delle indennità di ristoro per gli imprenditori agricoli a favore del mantenimento del paesaggio esistente e delle colture di pregio. Con una pianificazione più puntuale del territorio abruzzese certamente l’obiettivo di innalzare la produzione di energia alternativa nella nostra Regione può benissimo coniugarsi con il rispetto del paesaggio e delle produzioni tipiche, salvaguardando anche la nostra cultura e l’identità di regione attenta all’ambiente”.