Nel primo trimestre del 2010 quasi ventitre milioni di italiani risultano occupati. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dall’istituto di ricerca Istat sul trend occupazionale in Italia nel primo trimestre 2010, che registra una variazione positiva dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.
Il tasso di occupazione è pari al 56,6%, mentre il numero delle persone in cerca di occupazione cresce di 291mila unità, con un aumento del 14,7% rispetto al primo trimestre 2009.
Alla crescita della disoccupazione si accompagna un moderato incremento degli inattivi (85mila unità), un dato che riflette la lieve riduzione delle non forze di lavoro italiane e la crescita di quelle straniere.
Nella media del primo trimestre, il tasso di disoccupazione è pari al 9,1%, in aumento rispetto al 7,9% del primo trimestre 2009). A registrare il maggior calo di occupati è il comparto dell’agricoltura, che registra meno 3,1 %, pari a meno 26mila unità, in particolare nel nord e nel mezzogiorno. In calo anche il dato occupazione nell’industria, con un meno 5,2%, mentre il terziario cresce dello 0.5%. Prosegue, inoltre, la caduta del numero di occupati nell’istruzione, sanità e pubblica amministrazione.
Questi i dati a livello nazionale, in linea di massima.
In Abruzzo, la forza lavoro è aumentata rispetto al primo trimestre 2009, passando da 548 a 535 unità.
In leggera diminuzione, invece, il numero degli occupati, passati da 495 a 491, così come in calo risulta essere il numero delle persone in cerca di occupazione, dai 53 dell’anno precedente ai 44 del primo trimestre 2010.
Relativamente al tasso di attività di persone di età compresa tra i 15 ed i 64 anni, è passato dal 62,2% del primo trimestre 2009 al 60,3% dello stesso periodo del 2010, mentre il tasso di occupazione delle persone della stessa fascia d’età è passato da 56 a 55,2.
In calo, infine il tasso di disoccupazione, che passa da 9.7 all’8,3 del primo trimestre 2010, in controtendenza rispetto a quello nazionale in salita dal 7,9% al 9,1% nello stesso periodo.
“La crisi c’é ed è evidente” ha commentato l’assessore regionale al Lavoro Paolo Gatti. “Nessuno vuole negarla. Il quadro internazionale resta preoccupante. Vede una economia che stenta a riprendersi e punisce soprattutto il mondo del lavoro. Eppure in Abruzzo ci sono piccoli segnali di miglioramento, come quello del tasso di disoccupazione in calo. Piegare questo dato e interpretarlo come un segnale di allarme e negativo non credo sia corretto. E’ poco credibile dire che questo dato migliorativo scaturirebbe solo dalla diminuzione delle persone in cerca di lavoro. E’ pensabile che la sfiducia nel ricercare lavoro colpisca solo la nostra regione, mentre in regioni, ad esempio, come la Calabria o la Basilicata, questo non accade? Siamo seri. Non è corretto strumentalizzare o oscurare i segnali positivi. Anche perché questi dati possono determinare, se comunicati in modo corretto, in quanto oggettivi, una ricaduta positiva sul tessuto imprenditoriale ed economico regionale”.
Marina Serra