Chieti. Anche l’Abruzzo avrà il proprio programma di screening neonatale della fibrosi cistica. Il programma è stato attivato con il decreto del Commissario ad acta n. 119/2015.
Le attività di screening della fibrosi cistica verranno effettuate dal Centro unico di riferimento regionale attivato presso la Cattedra di Endocrinologia dell’Università di Chieti.
La fibrosi cistica è considerata malattia di alto interesse sociale; la terapia precoce dei soggetti diagnosticati con lo screening neonatale riduce drasticamente i ricoveri, limita il danno polmonare, migliora la crescita, lo stato nutrizionale e riduce la mortalità precoce. Attualmente in Italia operano 31 Centri di screening neonatale con un bacino di utenza regionale, ad accezione di Molise, Umbria, Trentino e Friuli Venezia Giulia che si appoggiano sui Centri delle regioni limitrofe. Per quanto riguarda invece lo screening della fibrosi cistica esso è attivo in tutte le regioni, tranne che in Abruzzo (prima del provvedimento del Commissario 119/2015), Puglia, Sardegna e Friuli Venezia Giulia.
La Regione Abruzzo, già con la legge regionale 102/1997, ha disposto di effettuare gratuitamente indagini di massa per la diagnosi precoce dell’ipotiroidismo congenito e della Fenilchetonuria e per le altre eventuali patologie per le quali è possibile uno screening di massa, in tutti i neonati della Regione Abruzzo.
Attualmente per le attività di screening neonatale il Centro Unico di Chieti riceve i campioni di sangue di tutti i neonati della Regione ed esegue esami diagnostici di screening dell’Ipotiroidismo Congenito e della Fenilchetonuria. Sullo stesso campione di sangue – e utilizzando le medesime apparecchiature già in uso per le altre attività di screening – è possibile ora effettuare lo screening della fibrosi cistica.