“E’ una manovra durissima che le regioni non sono assolutamente in grado di sostenere”. Lo ha detto il presidente della Regione Gianni Chiodi, a margine della conferenza stampa dei governatori sulla manovra di bilancio presentata dal governo.
“Non è vero che ora i sacrifici devono farli le regioni” ha spiegato. “Finora abbiamo fatto la nostra parte sul fronte dei conti pubblici e del debito. È chiaro che siamo pronti a sostenere sacrifici in nome di quel risanamento che si è imposto il governo nazionale e sul quale c’è piena condivisione anche da parte delle regioni, ma queste sono condizioni inaccettabili“.
Chiodi ha partecipato alla Conferenza straordinaria delle regioni votando e sottoscrivendo, al termine della riunione, un documento che chiede al governo di rivedere l’entità dei tagli a fronte di una disponibilità delle regioni alla politica del rigore.
Su questo aspetto, il presidente abruzzese ha voluto inserire nel documento il concetto di virtuosismo riferendolo ai comportamenti anziché alle regioni, portando proprio l’esempio dell’Abruzzo.
“Ci sono delle regioni” ha aggiunto “che stanno attuando una politica virtuosa di risanamento del debito e di riduzione delle spesa: questi sono comportamenti virtuosi e come tali è necessario sottolinearli nel confronto con il Governo”.
Secondo Gianni Chiodi, poi, “questa manovra rischia di trasformare le regioni in “grandi Asl” per la gestione della sanità regionale. “Con i tagli prospettati nella manovra “ ha detto “il 90-95% del bilancio regionale sarà fondato sulla spesa sanitaria e le regioni non avranno alcun margine di investimento e programmazione. Ci troveremo cioè a gestire solo la spesa sanitaria perché l’unica finanziata dallo Stato. Mi sembra una situazione non accettabile e soprattutto penalizzante per chi vuole fare buona politica“.
In quest’ottica, la manovra proposta dal governo per i presidenti di regione “compromette seriamente i margini di applicazione del federalismo fiscale. Per questo, la Conferenza chiede che siano confermate dal parte del governo tutte le garanzie per la piena applicazione, in tutte le sue parti, della legge 42 sul federalismo fiscale già dal 2011. Con questi tagli non sarà possibile consolidare il federalismo fiscale”.
Il centro studi della Conferenza delle regioni ha poi presentato una serie di cifre che toccano direttamente i bilanci delle regioni. Dei 4 miliardi 900 milioni di euro di trasferimenti attualmente previsti, la manovra taglierebbe, già dal 2011, 4 miliardi 300 milioni “compromettendo seriamente tutta una serie di servizi ai cittadini”.
Secondo i presidenti di regione, i tagli riguarderebbero i settori dell’incentivazione della piccola e media impresa, dei trasporti, dall’ambiente e della spesa sociale, tra cui il fondo sociale e i servizi in generale.
A rischio, dunque, i contratti di servizio con Trenitalia per il trasporto locale, con una generale riduzione del 33% delle risorse disponibili, “oltre al fatto” ha dichiarato il presidente della Lombardia Roberto Formigoni “che molte regioni hanno già sottoscritto i contratti di servizio che con questi tagli non potrebbero essere rispettati”.
Questa riduzione del 33% avrà effetti anche nei servizi con il potenziale taglio di corse e personale per una percentuale pari almeno allo stesso taglio operato dal governo.