L’Aquila. È stato approvato dal Consiglio regionale l’emendamento alla legge sul Demanio marittimo a firma Menna, Tagliente e Prospero, con il quale si autorizza la costruzione di recinti sulle spiagge nostrane.
La decisione ha scatenato immediatamente le reazioni dell’opposizione, che condanna l’idea di obbligare turisti e balneatori ad utilizzare le spiagge pagando e soltanto “su concessione” dei proprietari degli stabilimenti.
“Con l’approvazione della legge sui “casotti”” interviene Giuseppe Di Luca, consigliere regionale Pd “questa maggioranza non ha fatto altro che dichiarare il fallimento di qualsiasi seria programmazione nel settore turistico ed in particolare di quello balneare”.
Più in particolare, il consigliere accusa l’assessore Mauro Di Dalmazio di aver riempito le pagine dei giornali di tanti annunci a cui non sarebbe però seguito alcun atto serio legislativo. “Compreso il fatto” sottolinea in proposito “che nel mese di dicembre si era votata una risoluzione all’unanimità che lo impegnava a presentare un nuovo piano demaniale entro 60 giorni. Il governo nazionale ha impugnato la legge della Regione Abruzzo sull’estensione delle concessioni demaniali e l’assessore non si è neanche opposto. È la prova provata di un’inconsistenza legislativa e di programmazione di una maggioranza che non è in grado di dare risposte neanche all’unico settore, quello del turismo, che cerca di difendersi dalla crisi con il solo impegno degli operatori e con la totale assenza di risposte concrete da parte di questa giunta regionale”.
Ancor più duro Walter Caporale, capogruppo dei Verdi, che ha definito l’approvazione “una vergogna per la nostra Regione”. Secondo Caporale, infatti, il timore è che si verifichino anche sulle coste locali episodi come quelli di Ostia, dove si è assistito alla cacciata dalle spiagge di bambini disabili. “La voglia di recinzioni, limitazioni, delimitazioni, zone rosse, muri, bavagli, nell’Italia del “Popolo della libertà” (quando si dice ‘il destino nel nome!)” ironizza in merito “pervade ormai troppe sfere della convivenza civile”.
Dello stesso avviso anche Carlo Costantini, capogruppo IdV, che dichiara: “I danni prodotti a livello nazionale da leggi incostituzionali che puniscono chi rispetta il principio di legalità e premiano chi lo viola fanno scuola e diventano un modello anche per il legislatore regionale”. Secondo Costantini, infatti, chi ha violato le prescrizione del Piano Demaniale Marittimo Regionale, non rimuovendo le recinzioni delle concessioni demaniali, sarebbe stato premiato grazie all’approvazione di un emendamento “ad hoc” che consente oggi di sanarle, mentre chi ha rispettato la legge regionale ed ha rimosso per tempo le recinzioni sarebbe stato costretto a subire, oltre al danno (la rimozione delle recinzioni), anche la beffa (quella di vedere premiati i colleghi che hanno violato la legge, non ottemperando alle prescrizioni del Piano Demaniale Marittimo Regionale).
“Una goccia nel mare dell’illegalità” aggiunge Costantini “che attraversa il paese e del disprezzo verso i principi della nostra Costituzione, incluso quello in base al quale la legge dovrebbe essere uguale per tutti; una illegalità che ormai sembra ispirare l’intera attività legislativa nazionale e regionale, quando è il Pdl a governare. Una illegalità, che ormai è stata elevata al rango di “modello culturale” o di “modello di società” da realizzare in tutto il Paese, per trasformare stabilmente i cittadini in sudditi o in servi ed i diritti in piaceri, favori o concessioni dei potenti di turno”.
Anche Maurizio Acerbo, consigliere regionale di Rifondazione Comunista, sostiene che la decisione abbia sanato la situazione di quegli stabilimenti che hanno rifiutato di adempiere alle ordinanze comunali.
“Ricordo che questi balneatori” specifica, infatti, in merito, “hanno già perso in sede di giustizia amministrativa e che il divieto è previsto nel Piano Demaniale Marittimo regionale. Si tratta di una porcata non solo nei confronti del demanio marittimo e della sua salvaguardia paesaggistica, ma anche dei balneatori di tutta la costa abruzzese che hanno rispettato le leggi. Esprimo la massima solidarietà al sindaco di Vasto, Luciano La Penna, che in questi anni ha agito meritoriamente per il ripristino della legalità sul demanio marittimo. Mentre il centrodestra regionale scodinzola alla corte di Berlusconi rinunciando a difendere i diritti degli aquilani, usa il potere legislativo per delegittimare gli enti locali che fanno il proprio dovere. A questo punto non c’è nulla di buono da aspettarsi dalla revisione del PDM a cui lavora l’assessore Di Dalmazio”.
Sembra che alle dichiarazioni di Acerbo sia poi seguito, in Consiglio regionale, anche un duro attacco tra il capogruppo di Rifondazione Comunista e il consigliere regionale del Pdl, Giuseppe Tagliente. Tra i due sono volate parole grosse e si è sfiorato lo scontro fisico.
Il commento di Confesercenti Abruzzo. “Apprendiamo che il Consiglio regionale ha approvato un mini-condono per quei pochi imprenditori balneari che hanno eretto abusivamente le recinzioni dei propri stabilimenti. Riteniamo questa decisione pesantemente discriminatoria nei confronti dei tanti balneatori che invece hanno agito nel rispetto delle regole, in attesa del nuovo Piano demaniale marittimo dell’Abruzzo e dell’estensione delle concessioni a venti anni. È avvilente che mentre sono in discussione temi strategici per il futuro del turismo, settori della politica diano priorità a premiare i furbi”. Lo afferma Fiba-Confesercenti, intervenendo sull’approvazione odierna di un emendamento che salva le recinzioni realizzate senza autorizzazioni: un provvedimento su cui pende peraltro un dubbio di illegittimità, in quanto la commissione non ha convocato le principali associazioni nazionali di categoria. “Queste decisioni fanno male alla categoria dei balneatori” continua Confesercenti, “che sono in larghissima parte persone perbene e oneste e che lavorano nel rispetto delle regole. Decisioni come quella di oggi penalizzano chi rispetta le regole, chi è in educata e rispettosa attesa delle modifiche alle norme”.