Abruzzo. “L’esclusione della candidatura di Rita Bernardini a ricoprire la carica di Garante dei Detenuti abruzzesi è illegittima: abbiamo presentato ricorso al TAR”. Lo dichiara l’avvocato Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi.
“Oltre alla palese violazione della legge Severino, è stata infatti invasa la sfera di competenza del Consiglio Regionale, a cui spettava, in via esclusiva, il compito di deliberare sull’ammissibilità o meno della candidatura: ci troviamo invece davanti a una decisione politica che è stata presa per via amministrativa. Pertanto, insieme agli avvocati Paolo Mazzotta e Giuseppe Rossodivita abbiamo deciso d’impugnare il respingimento della candidatura, fermo restando che ci auguriamo sia la stessa Amministrazione Regionale a riammetterla in autotutela.
La Regione darebbe così un grande segnale in un momento drammatico per le condizioni delle carceri italiane, riparando a questo grave precedente con un primo passo che indichi invece la volontà di cominciare a provvedere a una situazione inaccettabile per l’Italia intera, come ricordato da papa Francesco nella sua richiesta di un provvedimento di clemenza”.
“Il curriculum di Rita Bernardini è infatti ineguagliabile non solo per la sua straordinaria competenza ed esperienza, ma anche per via della sua continua e diretta vicinanza alle problematiche dei detenuti afflitti dalla illegalità in cui vertono loro malgrado gli istituti di pena in un paese che, come sottolinea instancabilmente Marco Pannella, è in flagranza di reato contro i diritti umani più basilari. Correggere autonomamente l’illegittimità della esclusione dell’on. Bernardini sarebbe quindi un atto politico in controtendenza e un modo, una volta tanto, di ‘essere speranza’ a fianco dei Radicali. Nel frattempo, dalla mezzanotte di ieri, la candidata esclusa ha intrapreso uno sciopero della fame dopo l’ennesimo tentato suicidio in un istituto di pena, questa volta a Modena, dove un detenuto che soffre di problemi mentali si trova attualmente in coma: il suo legale aveva presentato ripetutamente istanza di scarcerazione, ma non ha ricevuto risposta in quanto l’ufficio di sorveglianza si trova da due anni sprovvisto del giudice previsto in organico”.