Paolo Gatti, 35 anni, di professione avvocato, sposato con Valentina e padre di un bimbo di 6 mesi. La politica è da sempre la sua grande passione e la sua carriera inizia nel 1999, dopo la laurea in Giurisprudenza, prima come consigliere di opposizione al Comune di Teramo, poi come assessore nella Giunta Chiodi /sindaco (2004). Attualmente è assessore regionale al Lavoro nella Giunta Chiodi/presidente. Una carica che ha conquistato grazie alla grande capacità di infondere fiducia nei suoi elettori, come testimoniano le 10.130 preferenze che lo hanno portato ad essere il primo degli eletti in Abruzzo nelle regionali del 2008.
Paolo Gatti ci accoglie nel suo studio, in pieno centro a Teramo. Impossibile non notare la foto che campeggia sulla sua scrivania, che lo ritrae insieme a quello che definisce il “mio pupazzetto”.
1. Partiamo dall’attualità. Progetto Lavorare in Abruzzo: ci spiega meglio in cosa consiste?
Lavorare in Abruzzo consiste intanto in 20milioni di euro che abbiamo recuperato miracolosamente. Erano risorse che l’Abruzzo doveva spendere entro il 31 dicembre 2008. Noi ci siamo insediati nel gennaio 2009, le abbiamo recuperate e abbiamo deciso di utilizzarle per contrastare la crisi economica e soprattutto le grandi difficoltà occupazionali. Abbiamo costruito così un sistema di bonus assunzionali, incentivi all’apprendistato ed alla trasformazione di contratti di lavoro flessibili, che consentiranno di creare tra i 1500/1600, forse anche 2000 contratti di lavoro in regione. Una risposta concreta a quella che è una difficoltà di tante persone, ma anche una risposta alle imprese che spesso avrebbero anche necessità di assumere per innovarsi, per migliorare e non lo fanno per sfiducia o per difficoltà contingenti. È una cosa della quale andiamo particolarmente fieri perché, ripeto, abbiamo recuperato molte decine di miliardi delle vecchie lire, li abbiamo riportati in Abruzzo e li abbiamo impiegati, credo, come meglio non si poteva. E’ una risposta seria e concreta che abbiamo immaginato e messo in pratica molto velocemente. D’altra parte l’opposizione non ha proposto nulla di diverso. Oggi leggo su alcuni giornali che vengono attribuiti alcuni disguidi delle poste alla Regione Abruzzo. Cercheremo, magari, la prossima volta di non far piovere!
3. Villa Pini: qual è la situazione attuale?
Quella di Villa Pini è una situazione che io vivo molto di rimando, c’è un interesse generale per la questione lavoro, ma non ho nessuna competenza. L’altro giorno c’è stata una convocazione dei sindacati dell’azienda molisana e si sono lamentati del fatto che io non sia andato. Per me la ditta molisana non è nessuno, diventa qualcuno nel momento in cui acquista. La mia parte l’ho fatta, con gli ammortizzatori sociali in deroga, una cosa dimenticata da tutti. Abbiamo dato le indennità ad oltre mille persone, anche questo non si fa con le chiacchiere. Lo abbiamo fatto con la massima velocità, ma è una questione che vede impegnato soprattutto l’assessore alla Sanità.
4. Riforma delle Ipab.
Ho presentato la legge ormai sei o sette mesi fa. È in Commissione e non comprendo il motivo per cui sia ancora arenata. Spero che i consiglieri regionali che fanno parte della V Commissione ne vogliano velocizzare l’iter portandola in Consiglio Regionale. Credo si tratti di una riforma moderna, seria, forse non perfetta, ma sicuramente migliorativa di una quadro certamente non appagante. Anche qui si sono mossi molti interessi particolari e strumentalizzazioni. Io capisco che con la riforma si vanno a perdere oltre 250 posti di presidente, consigli di amministrazione, revisori di conti. È una riforma impopolare in alcuni ambienti politici, soprattutto del centro sinistra, però non mi sembra una buona motivazione per lasciare l’iter così com’è. Ci lamentiamo sempre che mancano le risorse e questa è una riforma che consente la liberazione di tante risorse che potrebbero essere rivolte a vantaggio dei soggetti deboli.
5. Cosa pensa dell’attuale classe politica? Secondo lei, viene lasciato spazio sufficiente ai giovani?
Penso che i giovani se vogliono uno spazio se lo devono andare a prendere, in politica come negli altri ambienti sociali e di lavoro. Bisogna avere la determinazione, la voglia e la capacità. Secondo una ricerca del Sole 24ore, la Regione Abruzzo ha la classe politica più giovane. In giunta dovremmo essere quattro. Ci sono assessori che sono stati scelti dal Presidente, gli altri due, io e Daniela Stati, siamo stati scelti dai cittadini. Un rinnovamento generazionale comunque non è un valore in sé: diventa valore se riesce a spostare un rinnovamento di metodi e sostanze politiche.
6. Ormai è costretto a trascorrere molto tempo tra L’Aquila e Pescara. Le manca Teramo?
Moltissimo. A Teramo ci sono nato, ma io me ne sono perdutamente innamorato. Qui ho fatto prima il consigliere di opposizione e poi l’assessore, ero molto attento ad ogni piccolo particolare, quasi a livelli maniacali. Ci sto molto meno e questo mi dispiace, però ho molti amici assessori e consiglieri con cui mi tengo in contatto per cercare di continuare ad interessarmi alla mia città. Standoci poco, poi, si ha meno tempo per coltivare i rapporti umani.
7. Chi è Paolo Gatti nella vita privata?
Una persona che il privato non ce l’ha più! Quando ho qualche momento libero, soprattutto nel fine settimana, lo trascorro con mia moglie e mio figlio. Privato inteso come diritto ad essere lasciato solo, no, non esiste. Tra l’altro, ironia della sorte, mi sono laureato discutendo una tesi sulla privacy. Insomma, sono uno che il privato non ce l’ha.
8. Politicamente è un “figlio d’arte”. Quanto ha pesato l’esperienza di suo padre nella sua carriera politica. E qual è l’insegnamento più prezioso?
Mi è stato sicuramente utile per poche ma decisive cose. Non dimentico mai le parole che mi disse quando, all’inizio, gli comunicai le mie intenzioni di entrare in politica. Lui mi contrastò moltissimo e mi disse: “ricordati che se lo fai devi essere a completa disposizione degli altri”. Questo ce l’ho sempre a mente e, insieme a tante altre cose è l’insegnamento principale.
9. Per concludere, un’indiscrezione: pare che dietro il nuovo progetto editoriale che ha portato Walter Cori ha lasciare la televisione per la carta stampata, ci sia lei. Quanto c’è di vero in questo?
Chiariamo subito: Raffaele Falone è un mio amico, con il quale ho fatto molte vacanze al mare. Era da tanto che pensava ad un’iniziativa di questo genere e la sta realizzando. Ma io di amici ne ho tanti, non sono l’ispiratore di tutte le loro idee. Detto questo, mi fa comunque piacere, perchè penso che una pluralità di strumenti di comunicazione e informazione sia un fatto positivo.
10. E a chi parla di una “guerra interna” tra lei e la famiglia Tancredi, cosa risponde?
Che con Paolo Tancredi ho un serenissimo rapporto di leale collaborazione, non ho nessun tipo di problema e chi parla di queste cose, evidentemente ha pochi impegni. Lo dico al di fuori di ogni ipocrisia, se avessi qualche problema lo direi.
Marina Serra