Diciannove progetti redatti da Comuni e aggregazioni di Comuni che coprono quasi tutto il territorio provinciale. A questi si aggiungono quattro progetti infrastrutturali dalla Provincia (riqualificazione dell’intero patrimonio edilizio scolastico, la pedemontana Nord/Sud, il collegamento veloce Autostrada A/24 e territorio del Gran Sasso; la rete delle piste ciclabili che riconnette le Vallate Fino, Vomano, Vibrata e il capoluogo alla Costa). Sempre dalla Provincia di Teramo la realizzazione della rete digitale per le scuole superiori; l’enoteca provinciale con sede nel capoluogo.
Un volume di investimenti di oltre un miliardo e mezzo di euro nel territorio abruzzese che vanta il primato del tris mare/borghi/montagna. Non un libro dei sogni: i progetti sono stati redatti seguendo le linee guida del Piano Nazionale di Ripresa (Recovery Fund) utilizzando quindi indicatori economici, esaminando i punti di debolezza e individuando soluzioni.
Le linee di azione di questo primo parco progetti si concentrano sulla rigenerazione urbana, sul turismo slow declinato attraverso cultura, servizi digitali, risorse naturali e agricoltura di prossimità, sulla transizione ecologica, sul riequilibrio sociale e territoriale, sul potenziamento dei servizi pubblici locali in particolare reti di trasporto pubblico e sanità.
Dai Comuni arrivano alcune direttrici in maniera univoca: Pedemontana, ciclabili, riassetto idrogeologico di fiumi e territorio, digitale (sia come servizi che come formazione dei dipendenti PA), valorizzazione dell’area montana del Gran Sasso. Dentro le schede molta attenzione anche alla Cultura, eventi e manifestazioni declinati in chiave sinergica con le politiche si sviluppo con un occhio alle giovani generazioni.
Fra gli investimenti infrastrutturali da segnalare quelli per la realizzazione della banda larga e di hub digitali in numerosi Comuni; un ponte sul Vomano per collegare le aree industriali di Roseto/Atri/Pineto (proposto da Atri); trenino a cremagliera per Prati di Tivo (proposto da Isola del Gran Sasso;) riassetto idraulico del territorio e Piano di Difesa della costa (sette Comuni costieri); ciclopedonale del Mavone e riqualificazione idraulica dell’ambito fluviale (i Comuni del bacino montano e quelli della costa); cabinovia/funivia Montorio Prati di Tivo e prolungamento del Lotto Zero verso Montorio al Vomano (Montorio e Teramo).
Progetti inviati da singoli Comuni: Bisenti, Crognaleto, Castel Castagna, Arsita, Atri, Castiglione Messer Raimondo, Isola del Gran Sasso, Penna Sant’Andrea, Valle Castellana, Montorio al Vomano, Canzano, Civitella del Tronto.
Progetti di aggregazione di Comuni: Living Gran Sasso capofila Crognaleto coinvolge i 22 Comuni del cratere sismico con la partecipazione di Farindola (Pescara) e Montereale e Pizzoli (Aq); Cluster del Mavone, capofila Colledara con otto Comuni; ATS Citta della Costa con la partecipazione dei sette comuni costieri, capofila Silvi; Tortoreto, Alba Adriatica e Martinsicuro riassetto idrico bacini fluviali per limitare fenomeni erosivi.
Criticità e orizzonte di lavoro sulla base delle riflessioni emerse dall’ascolto di sindacati e parti sociali. Il rafforzamento del sistema produttivo a partire dalle filiere industriali che hanno innovato e presentano potenzialità di ulteriore sviluppo (agroalimentare, automotive e carbonio); il completamento del sistema impiantistico del ciclo dei rifiuti; la pianificazione della riconversione energetica. Si tratta di aspetti strettamente collegati alle competenze della Regione che attengono alle politiche di sviluppo del lavoro e dell’impresa che comportano un ulteriore fase di lavoro per la definizione di progetti strategici per il futuro di questo territorio.
Si tratta di un lavoro “aperto”, quindi. Da aprile 2020 quando si è svolta la prima riunione con i Sindaci e i Sindacati e si è dato avvio a questo percorso di lavoro sono stati svolti (in forma remota) 17 incontri; tre assemblee dei Sindaci; un Consiglio Provinciale per l’approvazione del programma “Riconnettere il territorio” coordinato dal consigliere delegato Lanfranco Cardinale.
“Qualche mese fa non ci credeva nessuno, tutti lamentavano la frammentarietà del territorio teramano – dichiara soddisfatto il presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura – i Comuni hanno raccolto il guanto di sfida e questi mesi così drammatici sono stati utilizzati per pensare e progettare. E’ un tema per l’intera Regione: noi ci siamo. Ai deputati e ai consiglieri regionali, incontrati la scorsa settimana abbiamo lanciato un messaggio forte: noi siamo la lobby della provincia. Ci aspettiamo confronto e contraddittorio dove necessario, ma assoluto sostegno. Ne hanno bisogno non la politica ma le persone, le imprese, il terzo settore”.
“Per la prima volta dopo anni ci misuriamo con una programmazione pluriennale, non tutto è perfetto, non tutto è semplice e fluido, il lavoro da fare è ancora tanto ma certamente nessuno avrebbe scommesso su questi primi risultati – commenta Lanfranco Cardinale – con il contributo di tutti, perché questo è un processo corale, ora la voce di questo territorio è più autorevole”.
Il Comune di Montorio al Vomano, riferimento per l’intera area del Gran Sasso, ha proposto linee di sviluppo incentrate su tre tematiche principali:
1. promuovere la formazione, connessa soprattutto al digitale, creando un Campus per cui il Comune di Montorio al Vomano ha individuato un’area pubblica di circa 50.000 mq, di cui una parte già dedicata al plesso scolastico di nuova realizzazione che riunirà scuola primaria e secondaria di I grado (già finanziato con circa 5,8 milioni di euro). Le risorse finanziarie necessarie sono pari a circa 11 milioni di euro. È in corso lo studio di fattibilità ed è cantierabile in 180 giorni. Il Campus sarà inserito all’interno di un parco, in un contesto di impiantistica sportiva preesistente (2 campi da calcio, piscina, palazzetto dello sport, 3 campi coperti). All’interno del Campus saranno presenti almeno 150 posti letto per ospitare studenti e docenti, anche dall’estero, e agevolare gli scambi culturali a medio-lungo termine. Questo aspetto è particolarmente significante anche per l’aspetto turistico, promuovendo la conoscenza dei territori. L’intervento si configura come punto qualificante, poiché andrà a realizzare un ecosistema del mondo del digitale, coinvolgendo l’Università di Teramo;
2. creare un vero comprensorio montano, con la funivia/cabinovia come primo pilastro per creare un vero comprensorio montano: lo strumento delle connessioni valle-monte è l’unico modello vincente, ecco quindi la proposta della funivia/cabinovia. La posizione strategica di Montorio rende la connessione possibile, veloce e relativamente economica. La sua realizzazione garantisce un’attrattività territoriale che varca i confini comunali diventando un attrattore di livello regionale. L’aumento dell’afflusso turistico sarebbe esponenziale. Con la realizzazione di un collegamento veloce in cabinovia/funivia tra Montorio e Prati di Tivo, il Comune di Montorio diventa un vero e proprio punto di accesso e partenza. Lo studio di prefattibilità individua 2 scenari e le risorse finanziarie necessarie sono pari a circa 25 milioni di euro;
3. aumentare e migliorare le condizioni di accessibilità e le connessioni autostradali con la realizzazione di una nuova uscita autostradale (nella zona del bivio per Villa Petto, sulla S.S. 150) si pone come strategica sia per accrescere l’accessibilità che per dare un nuovo impulso all’economia del territorio. Il prolungamento “lotto zero” verso Montorio sorgerebbe in prossimità dell’abitato di Villa Tordinia, verso Montorio al Vomano. La lunghezza del tracciato è di 1.880 metri lineari, di cui una parte in viadotto. Le risorse finanziarie necessarie sono pari a circa 20 milioni di euro, per intraprendere l’azione in 120 giorni con accordi con la Provincia di Teramo.
“Mi dispiace che la Provincia stia portando avanti il progetto di una strada, il collegamento dall’uscita di Colledara a Prati di Tivo, che oggettivamente non è una strategia di sviluppo sostenibile – commenta il sindaco Fabio Altitonante – . Questa strada costa decine di milioni di euro e andrebbe a sfasciare il Gran Sasso, cioè il nostro straordinario patrimonio ambientale. Mi auguro che il nostro progetto “Gran Sasso 2030” convinca da subito la Provincia a interrompere l’iter di questa infrastruttura inutile e dannosa per il territorio”.