Tutto come nelle previsioni o quasi.
La prima votazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica ha fatto registrare un nulla di fatto: nessuno ha raggiunto la maggioranza dei due terzi, le schede bianche son state 672.
Mentre in aula si susseguivano le operazioni di voto, le diplomazie dei partiti si mettevano in moto per provare a tracciare una possibile intesa. Al momento è difficile fare delle previsioni, vista anche la composizione del Parlamento, ma il dialogo prosegue per provare a superare la situazione di stallo anche se l’operazione non sarà rapidissima.
I leader del Partito Democratico, Enrico Letta, della Lega, Matteo Salvini, e del Movimento % stelle, Giuseppe Conte, hanno avuto un colloquio con il premier Draghi, al momento nome favorito per il Quirinale.
Le operazioni di voto continueranno nei prossimi giorni, (domani si riprenderà alle ore 15 mentre mercoledì alle ore 11) ma il risultato concreto potrebbe arrivare solo giovedì, al quarto scrutinio (10 volte su 12 il presidente della Repubblica non è stato eletto prima del quarto scrutinio) quando sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti (e non più il quorum dei 2/3 come nei primi tre scrutini).
Non sono mancati voti di protesta rispetto alle indicazioni date dai partiti di appartenenza: tra i primi nomi letti da Fico quelli di Elisabetta Belloni, Umberto Bossi, Antonio Tajani e Amadeus. Voti anche a Paolo Maddalena, ex Giudice della Corte Costituzionale e nome più votato (36 volte), indicazione della componente mista del Movimento 5 Stelle.
Tra le schede votate anche il nome di Sergio Mattarella (16 voti), Marta Cartabia (9 voti), Silvio Berlusconi (7 voti). Le schede nulle sono state 49.
Fumata nera per questa prima chiama in tempi di emergenza dove sono cambiate anche le regole per accedere al voto: i catafalchi anti-Covid (le cabine allestite per il voto, non più chiuse da tendine ma con un sistema di areazione) il gel igienizzante, le matite monouso e il drive-in per i parlamentari positivi ammessi a votare senza scendere dalla propria auto.
Il presidente Mattarella rassegnerà le sue dimissioni il 3 febbraio (giorno in cui espresse il suo giuramento dinanzi al Parlamento) mentre il futuro presidente sarà il primo della storia repubblicana a giurare in pandemia.