E’ il pacchetto di divieti scattati a carico di un 25enne di Martinsicuro, che nell’ultimo periodo avrebbe, a più riprese, fatto delle avance ad una giovane donna del posto, 30 anni, con la quale c’era un semplice rapporto di amicizia e conoscenza. E comunque la donna, che nella vita ha un compagno, non aveva nessun interesse ad allacciare una relazione di natura sentimentale con il giovane spasimante. Nella mente dell’uomo, però, si erano fatti strada altri pensieri e intenzioni.
Nei confronti dello stalker, accusato di atti persecutori e violenza sessuale è stato applicato il cosiddetto “codice rosso” e dopo l’informativa trasmessa dai carabinieri in procura, al sostituto procuratore Silvia Scamurra, il gip del tribunale di Teramo (Marco Procaccini), ha emesso una misura cautelare personale con relativo divieto di avvicinamento
La vicenda. Tutta la questione avrebbe preso forma nei mesi scorsi, quando il 25enne, di fronte al rifiuto dalla donna, avrebbe iniziato a tampinarla. Con molestie, condotte intimidatorie e con appostamenti ripetuti. In tutto questo contesto, si sarebbero concretizzate anche delle minacce all’indirizzo dalla donna, personali e telefoniche.
Situazione che era diventata, strada facendo, piuttosto insostenibile per la donna. In una circostanza, il giovane era andato anche oltre. Con la scusa di chiederle un passaggio, aveva cercato di avere un approccio di natura sessuale, con palpeggiamenti nelle parti intime e con scene di gelosia. A quel punto, la 30enne ha deciso di raccontare tutto i carabinieri, che hanno attivato anche il protocollo normativo previsto in questi casi. Sono stati ascoltati dei testimoni, dopodiché l’informativa ha prodotto la misura cautelare nei confronti dello stalker.
La specifica dell’avvocato. “In primo luogo per completezza è opportuno precisare che la notizia pubblicata”, scrive in una nota l’avvocato Andrea Ciannavei, difensore del giovane destinatario della misura personale, “si basa solo ed esclusivamente sugli elementi portati dalla persona offesa, che però contrastano con altrettanti elementi e riscontri oggettivi, ma sopratutto documentali che in sede di interrogatorio di garanzia sono stati posti a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Per rispetto della privacy di tutte le parti coinvolte e della stessa autorità giudiziaria procedente, oltre a quanto sopra detto non mi è possibile aggiungere altro anche se molto ci sarebbe da dire, ma io ed il mio assistito lo faremo nelle sedi competenti”.