Lo sapevi che se usi queste parole su WhatsApp scatta il blocco del profilo senza nemmeno essere avvisati? Ecco i termini da non usare mai.
Navigare nel mare magnum del cyberspazio non significa entrare in una zona franca dove tutto è lecito. Usare alcune parole o espressioni reputate inaccettabili può portare infatti al blocco del profilo. Può accadere anche nelle chat private di WhatsApp: utilizzare queste parole può farci bloccare l’account.
Su Facebook e Instagram questo compito è assolto dall’algoritmo che rileva in automatico una “blacklist” di parole che non si possono digitare. I termini e le espressioni che rientrano in questa “lista nera” vengono rimosse insieme al commento.
Ma non è tutto: oltre alla rimozione del commento può scattare anche un provvedimento restrittivo nei confronti dell’utente. Tradotto in parole povere: un blocco temporaneo o definitivo del profilo “colpevole”. Ma come funziona con WhatsApp e quali sono le parole da non usare mai sull’app di messaggistica istantanea più popolare al mondo?
WhatsApp, non usare mai queste parole o ti bloccano il profilo
A differenza delle altre due popolarissime applicazioni di Meta, su WhatsApp non c’è un algoritmo in grado di attivarsi automaticamente, visto che le conversazioni sull’app sono crittografate e dunque private. Come si attiva allora il controllo? È presto detto. Serve un altro passaggio: la segnalazione da parte di un altro utente.
La segnalazione farà partire un controllo da parte del team di WhatsApp. Se il messaggio conterrà effettivamente una delle parole proibite o comunque una espressione inadeguata si attiveranno le restrizioni – come detto, blocco temporaneo o definitivo – per il profilo di chi le ha utilizzate.
Non è mai stata resa pubblica una blacklist ufficiale delle parole inutilizzabili su WhatsApp. Esistono però delle indicazioni sui temi da non toccare in una delle chat dell’app di Meta. A rischio blocco ci sono, come è facile intuire, argomenti estremisti e radicali. Ad esempio i messaggi razzisti che incitano all’odio o alla violenza. Oppure quelli che inneggiano alla discriminazione su base sessuale e religiosa.
Proibiti anche i messaggi che parlano di pornografia in ogni sua sfaccettatura. Tolleranza zero da parte di WhatsApp per contenuti come questi. In generale sono bandite dall’app di messaggistica espressioni che contengono volgarità e violenza verbale. In sostanza si può evitare il ban col buon senso, il rispetto, la gentilezza. Tutte doti che, a differenza dell’odio e della discriminazione, alimentano la convivialità e il vivere civile.