La malattia carnivora giapponese fa paura: come ci si infetta, i primi casi in Italia

La cosiddetta malattia carnivora non è nuova, come poteva esserlo il Covid, ma già conosciuta; solo che purtroppo stanno aumentando i casi.

Da giorni ormai si sentono notizie allarmanti provenienti dal Giappone; sempre più persone si infettano e manifestano la sindrome da shock tossico streptococcico (STSS), innescata da un batterio, maggiormente lo streptococco A.

cos'è la malattia carnivora in giappone
La malattia carnivora è presente anche in Italia e le persone hanno paura – Abruzzo.cityrumors.it

La sindrome è conosciuta dalla medicina, solo che nei primi tre mesi di quest’anno in Giappone i casi sono aumentati moltissimo e ciò preoccupa la comunità scientifica. La grave infezione batterica viene chiamata anche malattia carnivora perché tra le altre cose provoca la necrosi dei tessuti interni ed esterni, condizione che risulta spesso fatale.

Cos’è la malattia carnivora, e quali sono i fattori di rischio

I batteri, proprio come i virus, possono mutare e considerato il fatto che la moltiplicazione avviene in maniera velocissima è chiaro che una mutazione batterica può causare problemi alla salute pubblica. È ciò che presumibilmente sta accadendo in Giappone, poiché gli scienziati hanno associato l’aumento delle infezioni a una variante batterica nota come ceppo M1UK.

fattori di rischio per la malattia carnivora
Sono diversi i fattori di rischio che aumentano le probabilità di infezioni batteriche gravi – Abruzzo.cityrumors.it

Si pensa anche che la fine delle restrizioni abbia fatto circolare più velocemente i batteri, streptococchi e stafilococchi, ma c’è anche la possibilità inversa, ovvero che le persone tenute in casa abbiano subito una diminuzione delle difese immunitarie.

Ciò che è evidente è che da quando c’è stata la pandemia da Covid qualcosa nella salute delle persone a livello globale è cambiato, e in peggio.

Per quanto riguarda la malattia carnivora, bisogna sapere che esistono diversi batteri in grado di provocarla; in Giappone le sindromi da shock si stanno manifestando a causa degli streptococchi del gruppo A, ma altre batteri possono innescarle, come il Vibrio vulnificus, lo Staphylococcus aureus o il Clostridium sordellii.

In realtà siamo costantemente “bersagliati” dai batteri, ma solamente in alcune circostanze l’infezione raggiunge livelli così gravi da causare anche la morte. Infatti in Giappone il batterio che sta colpendo sempre più persone ha innescato sindromi da shock tossico con una mortalità che varia dal 20 al 60%, percentuali altissime.

Secondo gli esperti, tra i fattori di rischio troviamo ferite chirurgiche e/o infezioni locali della pelle o dei tessuti profondi, ma anche un sistema immunitario debole o compromesso. Lo shock può essere innescato anche a seguito di infezione di un’incisione chirurgica, oppure dalla trasmissione dei batteri durante il parto, o ancora, da infezioni virali come la varicella, diabete e alcolismo. Sembra che ci sia un legame anche con l’antibiotico resistenza.

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