Il Pronto Soccorso chiude in alcuni comuni? La denuncia e la rivolta di chi non ci sta

Il Pronto Soccorso e il Primo Intervento sono servizi sanitari fondamentali che non possono venir meno in nessun momento della giornata, eppure sembra che in alcuni comuni abruzzesi il Pronto Soccorso sia destinato a chiudere durante le ore notturne. Un Pronto soccorso a mezzo servizio a che serve? Parte così la denuncia di un gruppo della coalizione di centrosinistra.

ambulanza davanti al pronto soccorso
abruzzo.cityrumors.it

Una nuova scintilla si è accesa nel contesto sanitario dell’Abruzzo. La proposta dell’ASL di Chieti di chiudere di notte i Punti di Primo Intervento (PPI) a Guardiagrele, Casoli e Gissi, ha scatenato la rivolta. La risposta non si è fatta attendere sotto forma di protesta da parte del gruppo “Guardiagrele il bene in comune” ha denunciato l’attacco alla sanità locale e ha sollevato il dibattito sulla reale necessità di tale decisione.

Il Pronto soccorso chiude?

Le aree interne dell’Abruzzo hanno dovuto affrontare negli ultimi anni molte criticità che hanno colpito la sanità. La giunta Chiodi, infatti, aveva decretato la chiusura delle strutture sanitaria in quelle zone, e ora la proposta di chiusura notturna dei PPI sembra colpire ancora una volta in modo pesante la comunità dei piccoli centri. Si parla di mancanza di personale, un problema che la ASL ha utilizzato come motivazione per avanzare questa proposta.

gruppo guardiagrele facebook
abruzzo.cityrumors.it Foto credits: profilo Facebook Guardiagrele il bene in comune

Il gruppo della coalizione di centrosinistra “Guardiagrele il bene in comune” ha lanciato un monito contro questa decisione. Secondo loro, il tentativo di chiudere i PPI di notte rappresenta un duro colpo per le aree interne dell’Abruzzo, i cui cittadini hanno già affrontato discriminazioni e disuguaglianze in passato sentendosi di serie B. La chiusura dei servizi di emergenza notturni metterebbe a rischio la salute dei cittadini, specialmente quelli che vivono lontano dai grandi centri urbani.

La situazione ha portato a una serie di riunioni e pareri da parte delle autorità sanitarie e della Regione. Il Comitato Regionale per l’Emergenza ha dato il suo parere favorevole alla proposta della ASL, sollevando ulteriori preoccupazioni e tensioni all’interno della comunità. La questione ha suscitato polemiche anche in relazione al cosiddetto “protocollo India”, una modalità di gestire l’emergenza togliendo i medici dalle ambulanze e lasciando gli interventi alla sola valutazione infermieristica. Questa proposta aveva già sollevato preoccupazioni prima della pandemia, e ora sembra tornare alla ribalta.

La lotta contro la chiusura notturna dei PPI è vista come un simbolo di resistenza e tutela dei diritti dei cittadini, specialmente quelli delle aree più remote. Il gruppo “Guardiagrele il bene in comune” non solo denuncia il rischio che questa decisione comporterebbe per la popolazione, ma sottolinea anche l’assurdità di dover discutere di una tale questione proprio mentre il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) promette miglioramenti e nuovi servizi per il sistema sanitario.

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