La direzione intrapresa dal colosso di Moutain view è quella di tutelare privacy e sicurezza e dalle ultime modifiche introdotte questo trend è confermato.
È stata introdotta la registrazione automatica dell’autenticazione a due passaggi (2FA) allo scopo di ridurre il rischio di attacchi di phishing ai profili degli utenti.
Presto sarà possibile gestire in modo ancora più capillare la personalizzazione degli annunci che compaiono sul motore di ricerca, su Youtube e su Discover e avere più informazioni sul modo in cui vengono utilizzati i dati e su come influiscono sull’esperienza di navigazione.
Stesso approccio nei confronti delle app. Gli sviluppatori saranno tenuti a dare agli utenti più informazioni su come le app raccolgono, condividono e proteggono i dati delle persone. Ad esempio, se un’app richiede l’accesso alla posizione, gli utenti possono decidere rapidamente e con facilità se concedere l’autorizzazione una sola volta, solo quando l’app è in uso o sempre. Per autorizzazioni sensibili relative a fotocamera, microfono o dati sulla posizione, gli utenti possono aprire la dashboard della privacy di Android per verificare l’accesso ai dati da parte delle app
Grazie a Google Play Protect viene controllata l’eventuale presenza di comportamenti dannosi nelle app e sui dispositivi in uso e nella specie la funzione, presente nella app Play store:
Grandi passi avanti, inoltre sull’oscuramento dei dati personali dai link di ricerca.
Niente più indirizzi privati, numeri di telefono e indirizzi email personali nei risultati di Google se il legittimo proprietario è contrario.
La direzione è quella della maggiore trasparenza, visto che in precedenza era possibile richiedere di rimuovere le informazioni solo se queste potevano rappresentare un rischio di furto d’identità o di denaro.
Allargando il concetto di protezione anche a contesti fisici, non solo digitali, Google ha deciso di inserire nella lista dei contenuti passibili di rimozione anche il codice fiscale, numeri di conto bancario e carte di credito, immagini di documenti di identità e firme autografe, cartelle cliniche, indirizzi fisici, numeri di telefono e email, credenziali di accesso riservate, immagini personali intime non consensuali, video deepfake pornografic i o immagini modificate al computer.
Cliccando qui è possibile chiedere la rimozione delle informazioni. Google valuterà la domanda continuando però a “preservare l’accesso a informazioni considerate di pubblico interesse, professionalmente rilevanti o di origine governativa”. Anche se la richiesta dovesse essere accolta, i dati segnalati dall’utente verranno esclusi dai risultati del motore di ricerca ma saranno sempre visibili sul sito originale che li ospita.
Avv. Luca Iadecola
Consulente privacy, Dpo