Civitella del Tronto, Lucignano: quando le liti familiari si trasformano in tragedia

Civitella del Tronto. Potrebbero esserci dei dissapori e liti precedenti, in famiglia, soprattutto con i due figli maschi alla base dell’incendio di Lucignano di Civitella del Tronto.

 

Poi sfociata in tragedia con la morte del capo-famiglia: Dritan Cobo, 47 anni albanese, da 20 in Italia. Operaio in una legnaia di Sant’Onofrio e che nel casolare di Lucignano aveva anche un appezzamento di terreno e un allevamento di animali. E che fossero nate delle discussioni in famiglia, proprio per l’aiuto da dare in campagna, sarebbe emerso anche ieri, nelle ore immediatamente successive alla tragedia nel casolare ora inagibile e sotto sequestro giudiziario. E questo potrebbe essere uno dei motivi scatenanti dell’ira dell’operaio, venerdì notte, quando è rientrato a casa.

 

Quando ha cosparso di benzina il salotto, per poi appiccare il fuoco. Gli accadimenti successivi sono in parte noti. Il parapiglia con uno dei figli, che voleva mettere in salvo i familiari, e la volontà del padre di non farli uscire dalle quattro mura mentre l’incendio prendeva forma.

 

Nel frattempo, è stato aperto un fascicolo da parte del sostituto procuratore Francesca Zani (indagano i carabinieri della compagnia di Alba Adriatica) e un passaggio chiave, in questa triste e drammatica vicenda, ruota attorno all’esito dell’autopsia sul corpo di Dritian Cobo, morto secondo un primo referto medico per asfissia. Esame autoptico che sarà effettuato martedì, all’ospedale di Teramo, affidato al medico legale Cristian D’Ovidio.

 

 

 

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