Tematiche di stringente attualità, che sono in linea con il discorso già avviato con la struttura regionale. Ma che ora, con il nuovo esecutivo, necessitano di uno scatto in avanti, decisivo.
“L’Abruzzo è un cantiere aperto”, sottolinea Giovannelli, “ ma se viene abbandonato a sé stesso, come da 10 anni a questa parte, rischia di essere fagocitato dalle regioni e dagli stati competitor in chiave turistica. Non si può più sbagliare e certe scelte, oculate, vanno fatte ora o mai più”.
Piano strategico. Il nodo di tutto, e dunque il piano di partenza, nel ragionamento di Giovannelli, è la definizione di un piano strategico. “Serve una legittimazione economica e turistica nel bilancio regionale. Sotto questo aspetto va istituita un’agenzia turistica di sviluppo regionale che si occupi in maniera principale di promozione del brand Abruzzo e di internazionalizzazione, in sinergia con i programmi dell’aeroporto di Saga, di Ferrovie e delle Autostrade. Insomma, tutta la rete dei trasporti. Il territorio necessita di essere potenziato in termini di infrastrutture, di viabilità e di decoro urbano”.
Un appello, sotto questo aspetto, viene lanciato al Presidente Marco Marsilio (“al quale è stato presentato un programma di sviluppo turistico nella fase elettorale”), all’assessore al turismo Mauro Febbo e al sottosegretario Umberto D’Annuntiis, che ha deleghe strategiche ai trasporti e infrastrutture. “ Alla nuova giunta facciamo l’augurio di buon lavoro”, ed è necessario aprire da subito un tavolo di confronto per portare avanti la progettualità in essere e programmare nuovi e importanti obiettivi per il comparto turistico”.
Erosione. Una delle criticità, che frena la programmazione costiera, è senza ombra di dubbio l’erosione, acuita di recente dalle violente mareggiate di febbraio. “ E’ opportuno” prosegue Giovannelli, “ raccordarsi con i sindaci per pianificare omogenei interventi urgenti nei territori turistici. A partire dall’erosione, fenomeno decisamente sottovalutato negli ultimi 20 anni nonostante il grido dall’allarme lanciato dagli operatori, supportato da dati tecnici e scientifici reali. Il danno che si è creato è evidente e sotto gli occhi di tutti”.
L’impegno della politica. “L’altro punto di svolta, oramai non più rinviabile” chiosa il presidente di Federalberghi-Confcommercio Abruzzo, “ è decidere se questo territorio deve avere o meno una vocazione turistica. Se la risposta è sì, e i dati riferiti alle altre regioni lo dimostrano, sono necessarie operazioni sostanziali per garantire al Pil regionale un’incidenza maggiore. Questo segnale, però, deve arrivare principalmente dagli indirizzi dell’agenda politica regionale con azioni concrete e crediamo che il momento di agire sia questo, senza più tentennamenti”.