“Lunedì ci sarà una mobilitazione concentrata nella fascia 9-13 e le motivazioni – ha spiegato Franco Rolandi della Filt Cgil – sono da ricercare nel mancato rinnovo del contratto di lavoro risalente a tre anni fa e dunque ben prima della pandemia. Parlo dell’emergenza sanitaria perché le imprese si rifiutano di sedersi al tavolo delle trattative adducendo motivazioni legate alla crisi pandemica mentre noi sappiamo che le aziende di trasporto hanno ricevuto ristori e fondi e soprattutto il personale è stato impiegato nei servizi aggiuntivi nel controllo dell’utilizzo dei dispositivi sanitari e nel controllo del numero delle persone a bordo, avendo però riduzioni salariali imposti dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali”.
Andrea Mascitti della Fit Cisl: “A livello regionale siamo preoccupati per le ricadute occupazionali che hanno portato in Abruzzo ad una contrazione di 300 posti in Tua esternalizzando in parte e parcellizzando il Tpl abruzzese e questo caricando l’esercizio già carico e dunque i turni dei dipendenti. Questo è un aspetto che testimonia una volontà di contrazione dei costi fatta però ledendo i principi sindacali e disattendendo norme già contrattualizzate e norme poste in essere. Basti pensare che Tua ha preferito non trasformare i contratti part-time, preferendo il lavoro somministrato”. Giuseppe Murrini della Uilt Uil ha sottolineato come “si sta tornando di fatto oggi in piazza a distanza di 5 anni quando scendemmo in piazza per far nascere Tua e oggi ci troviamo di fronte ad una azienda che non sembra avere una visione di rilancio e che ha ereditato un settore ferroviario allo sbando e che invece di coniugarsi con il servizio su gomma giace abbandonato a se stesso senza una dirigenza.
Oggi – spiega il delegato Uil– registriamo dei ritardi su 85 milioni di euro assegnati dalla Regione a Tua come soggetto appaltante per quel che concerne per le opere infrastrutturali per la logistica e i trasporti siamo all’anno zero e non esiste un inizio della progettazione che influirà anche sulla Zes e oggi si sciopera non per chiedere soldi ma per chiedere efficienza nell’azienda da cui dipendono”.
Infine Luciano Lizzi della Faisa Cisal ha parlato di quello che è accaduto nella Panoramica: “Ci sono dei problemi anche nelle imprese private e nella Panoramica in particolare che ha fatto una disdetta contrattuale in piena pandemia lasciando i lavoratori con una decurtazione di 300 euro mensili lasciandoli con una paga base mensile di 1200 euro. A questo punto si sarebbe dovuti intervenire come accaduto all’Ama dove è accaduto un fatto analogo e dove con la Regione sono state ripristinate alcune risorse. In quel caso a L’Aquila c’è stato un impegno della politica che invece nel caso di Chieti e della Panoramica è mancato con tutte le conseguenze del caso che hanno investito i lavoratori nel pieno dell’emergenza sanitaria”.