La questione nasce per le difficoltà di applicazione della legge quadro all’aeroporto internazionale d’Abruzzo che “per i collegamenti con gli aeroporti aperti al traffico aereo civile, ferme restando le competenze degli enti gestori, sono autorizzati ad effettuare servizio di piazza i titolari di licenze per servizio taxi rilasciate dai comuni capoluogo di regione e di provincia nonché dal comune o dai comuni nel cui ambito territoriale l’aeroporto ricade. Nel caso di mancata intesa tra i comuni provvede il Presidente della Regione, sentita la commissione consultiva regionale. In attuazione di tale norma un’ordinanza dell’Enac stabilisce che “all’interno delle aree a uso pubblico dell’Aeroporto internazionale d’Abruzzo sono autorizzati ad effettuare il servizio di piazza, sia in entrata che in uscita dallo scalo, i titolari di licenza taxi iscritti negli appositi elenchi delle città capoluogo della regione Abruzzo, delle relative Province e del Comune di San Giovanni Teatino sul cui territorio insiste parte dello scalo aereo.
La mancata intesa tra i Comuni ha innescato fin da subito una lunghissima vicenda giudiziaria ed amministrativa, alla quale il Decreto presidenziale pone fine. Già nel 2013, l’allora Presidente della Regione aveva esercitato il potere sostitutivo previsto dalla Legge, con un decreto che individuava il bacino di traffico dell’aeroporto d’Abruzzo (costituito dai Comuni di Pescara, Chieti e San Giovanni Teatino), assegnava all’interno dell’aeroporto a ciascuno dei Comuni un numero di stalli per taxi sulla base delle licenze (nove al Comune di Pescara, tre al Comune di Chieti ed uno al Comune di San Giovanni Teatino), garantendo comunque l’accesso all’interno dell’aeroporto per gli operatori titolari di licenze taxi dei Comuni di L’Aquila e Teramo, e rinviando ai comuni della disciplina uniforme nel bacino aeroportuale. Ma il decreto, impugnato dal Consorzio Tassisti Pescara (CO.TA.PE) e dal Comune di Pescara, fu annullato con sentenza del Tar di Pescara, per vizi procedurali nel procedimento di predisposizione e adozione del decreto stesso.
“Il nuovo decreto, superando tali vizi, è nato dopo un lunghissimo iter amministrativo, a seguito di una Conferenza dei servizi indetta dal Comune di Chieti per pervenire all’intesa tra i Comuni interessati, l’Enac, la Saga Spa e la Regione Abruzzo, per regolamentare il servizio taxi e consentire anche agli operatori teatini di svolgere l’attività, sino a quel momento loro esclusa – ha sottolineato il Sottosegretario Con delega ai trasporti, Umberto D’Annuntiis – sin dal momento del nostro insediamento abbiamo affrontato con determinazione la questione per trovare una soluzione definitiva che non danneggiasse alcuna parte interessata. Presso gli uffici si sono svolte varie riunioni per la condivisione dei contenuti dell’atto presidenziale e l’audizione degli enti interessati”.
Il Decreto presidenziale detta i criteri generali della distribuzione dell’area di stazionamento pubblico dell’aeroporto d’Abruzzo per i comuni autorizzati a svolgere il servizio di piazza presso l’Aeroporto Internazionale d’Abruzzo, tenendo conto di variabili quali popolazione, porzione di territorio comunale su cui insiste l’aeroporto e numero di licenze taxi attive in ciascun Comune. Inoltre, vengono definite le regole per lo svolgimento del servizio taxi aeroportuale e di pubblicità delle tariffe.
“Ai Comuni è affidato il compito di regolare la turnazione per l’avvicendamento dei taxi negli stalli aeroportuali per la copertura del servizio e di approvare una disciplina uniforme del servizio aeroportuale e tariffe comuni. I Comuni stessi tramite i rispettivi organi competenti, dovranno inoltre vigilare sull’osservanza delle disposizioni del regolamento, ed applicare le sanzioni nei casi di mancato rispetto delle disposizioni del decreto. Finalmente non ci saranno più situazioni che non fanno bene allo sviluppo turistico nella nostra regione e, soprattutto, sarà più efficace il servizio a favore degli utenti”, ha concluso il Sottosegretario D’Annuntiis.