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Tassazione nelle zone industriali: per le imprese un fardello iniquo

Pescara. “Ingiunzioni dall’ARAP e dal Consorzio Industriale Chieti Pescara, doppia imposizione tra canoni consortili e IMU/TASI – imposizione che gli Imprenditori ingiustamente sono costretti ancora a subire – bollette insostenibili e servizi non erogati: le attività economiche nelle aree industriali sono esasperate, soprattutto in questo periodo caratterizzato dall’emergenza energetica in atto.

 

Le istituzioni intervengano per garantire servizi, equità della tassazione e semplificazione dell’attività d’impresa. Se non sarà così, prevediamo un danno enorme per il sistema produttivo.”

Luigi Di Giosaffatte, direttore generale di Confindustria Chieti Pescara interviene con decisione per rappresentare lo sconcerto delle imprese del territorio. Cosa sta succedendo? Le aziende insediate nelle aree consortili pagano in pratica tre volte per i cosiddetti servizi indivisibili (strade, sfalcio erba, illuminazione): una volta nei canoni consortili all’ARAP o al CSI, una seconda volta con l’IMU/TASI ai rispettivi comuni, una terza perché loro stesse provvedono spesso a proprie spese, motivate da necessità di sicurezza e decoro, all’illuminazione della zona oppure allo sfalcio dell’erba a causa della mancata, parziale o inadeguata erogazione di tali servizi da parte degli enti preposti, che contemporaneamente inviano però alle aziende richieste di corresponsione dei canoni consortili e ingiunzioni di pagamento delle tasse che, come noto, costituendo una doppia tassazione, sono già state dichiarate illegittime.

Una situazione paradossale e iniqua se si considera che il caro energia le aziende lo hanno subito anche tramite i canoni consortili perché il costo dell’illuminazione pubblica, nelle aree industriali, è aumentato.

È chiaro che la questione non sarebbe mai stata posta se i canoni consortili fossero richiesti come corrispettivo di servizi a “domanda individuale”, ovvero di quei servizi richiesti direttamente dalle imprese per le quali i Consorzi svolgono le funzioni di un normale fornitore.

Nell’ambito della gestione dell’assetto e dell’industrializzazione delle aree a loro assegnate, è compito dei Consorzi anche quello di svolgere i servizi di manutenzione delle opere e per la gestione degli impianti assegnati ai Consorzi. In particolare, trattasi di servizi pubblici c.d. “indivisibili” quali l’accessibilità, la viabilità stradale e ferroviaria, l’allontanamento delle acque meteoriche, l’illuminazione stradale etc.

Poiché i canoni consortili servono a finanziare non servizi a domanda individuale ma servizi indivisibili da svolgere sulle aree di pertinenza dei Consorzi, gli enti locali, per ragioni di equità, devono ridurre l’imposizione IMU/TASI per quelle imprese che già versano i canoni a favore dei Consorzi, e ciò allo scopo di evitare la doppia imposizione.

Anche alla luce delle recenti proposte di legge sul riordino e riqualificazione delle aree produttive, della necessità di approfondire e accelerare la tematica della ZES e più in generale delle strategie regionali e consortili circa la gestione delle aree e dei servizi, dopo mesi di interlocuzioni con enti interessati e le associazioni di categoria, le questioni restano irrisolte. Le aziende sono disposte a fare la loro parte: chiedono di pagare il giusto, ovvero i servizi effettivamente erogati, certi e documentati. Peraltro, Confindustria Chieti Pescara ha già formalizzato la richiesta di sospendere, annullando, l’invio delle richieste del pagamento dei suddetti canoni, confidando in una positiva presa d’atto della reale situazione di crisi delle aziende, dalle quali dipende anche la tenuta sociale delle comunità.

 

L’Associazione ha inoltre chiesto alla Regione di reperire le giuste risorse per far istituire nuovamente un ‘Fondo Rotativo” così come stabilito con L.R. 6 aprile 2020, ma con procedure più snelle evitando quelle farraginose adottate per ottenere la sospensione dei pagamenti dei canoni consortili nel 2020, che avevano prodotto scarsi risultati. È necessaria quindi una forte decisione politica circa la riattivazione di un altro Fondo Rotativo, unico strumento che possa consentire alla Regione di anticipare soldi ai consorzi industriali con il nulla osta della Corte dei Conti.