“Si rileva una forte spinta al miglioramento, dovuta anche dalla fiducia accresciuta dalla campagna di vaccinazione” ha detto Dealma Fronzi, il direttore della filiale regionale L’Aquila Banca d’Italia, nell’illustrare stamattina il rapporto annuale dell’Economia in Abruzzo 2020. “Sono stati molti gli strumenti di sostegno messi a disposizione di imprese e cittadini nel periodo della crisi.
Moratorie e garanzie su prestiti hanno consentito al paese di non fermarsi, quando gli strumenti verranno meno è indispensabile una ripresa economica e l’ammodernamento digitale anche bancario, per colmare il gap in cui il paese si è trovato durante la pandemia”. Le stime del quadro macroeconomico in Abruzzo, elaborate da Prometeia, indicano una flessione del PIL dell’8,6% nel 2020, un calo di entità sostanzialmente in linea rispetto a quanto registrato per il complesso del Paese. Nel settore Imprese la caduta del prodotto è stata ampia nell’industria. La contrazione delle vendite, sia import sia export, è stata particolarmente diffusa tra le aziende di piccola dimensione.
Il calo dei ricavi e il peggioramento del clima di fiducia hanno frenato l’accumulazione di capitale. Le attese per l’anno in corso prospettano tuttavia una ripresa delle vendite e degli investimenti. Le esportazioni si sono significativamente ridotte al -6,2% su cui ha inciso la forte contrazione delle vendite all’estero registrata nei primi due trimestri, in particolare verso i paesi della UE. Al calo ha contribuito principalmente il dato negativo delle vendite di mezzi di trasporto, mentre un impulso positivo è provenuto dai comparti farmaceutico e alimentare. La graduale ripresa delle vendite all’estero, registrata nella seconda parte dell’anno, è proseguita anche nel primo trimestre del 2021.
Nelle costruzioni la contrazione del prodotto è stata meno accentuata della media dei settori. Dopo la caduta registrata nel primo semestre, a partire dall’estate l’attività produttiva è tornata a collocarsi su livelli vicini al 2019.
Anche nel mercato immobiliare il recupero osservato nel secondo semestre ha contenuto l’intensità della flessione delle compravendite.I servizi, in particolare il turismo, il commercio e i trasporti, sono stati pesantemente colpiti dalla pandemia. Le giornate di presenza dei turisti ridotte del 35% circa rispetto al 2019.
Dopo l’eccezionale calo del movimento turistico registrato ad inizio pandemia, si è osservata una parziale ripresa nei mesi estivi, cui è seguita una nuova e marcata contrazione in autunno in coincidenza con l’avvio della seconda fase di diffusione del virus. Dinamiche simili hanno interessato anche gli altri comparti dei servizi.