L’Aquila. “Capisco le grandi difficoltà in cui si sono trovati Pd e M5S, soprattutto l’ex assessore Paolucci, nel constatare che il Tavolo di monitoraggio del Ministero ha dato l’ok alla rete ospedaliera ma il loro tentativo di arrampicarsi sugli specchi rispetto a questo risultato del governo regionale di centrodestra risulta quanto mai vano e strumentale.
Una frustrazione, quella del centrosinistra amplificata dal fatto che nei loro 5 anni di governo regionale, l’ente decisorio era il Commissario e non il Consiglio regionale e avrebbero potuto arrivare a definire una riorganizzazione senza quelle pressioni partitiche e dei territori che normalmente e fisiologicamente si sviluppano, tant’è che ben tre volte sono andati in minoranza quando in Consiglio alcuni territori hanno presentato risoluzioni in difesa dei vari presidi ospedalieri. Invece, si sono mostrati totalmente inermi e appiattiti soprattutto sulla rigida e burocratica applicazione della DM 70 (decreto Lorenzin) e sui tavoli ministeriali si è arenato tutto con il decreto commissariale 79/2016 e dgr 824/2018. Dai banchi dell’opposizione, io e il collega Sospiri, avevamo evidenziato come quella prospettata da D’Alfonso e Paolucci era una vera e propria “macelleria sociale e sanitaria” e che bisognava lavorare per ottenere delle deroghe rispetto al DM 70, ponendo attenzione soprattutto su quelle che sono le realtà morfologiche e viarie del nostro territorio. La rete ospedaliera proposta oggi dalla Regione, su cui si doveva ottenere obbligatoriamente l’approvazione del Tavolo di monitoraggio, è la Dgr 463/C del 16.07.2021 che è all’esame della Commissione Sanità, dove sono programmate le audizioni dei vertici di tutte le Asl regionali, su cui Pd e M5S hanno avuto poco o nulla da contestare. Contestualmente si è approvata in Consiglio regionale la Rete territoriale, un altro strumento programmatorio fondamentale per il sistema sanitario abruzzese.
Sta di fatto che di fronte alle minuterie tecniche e alle tante falsità sollevate dalle opposizioni i fatti sono questi: i posti letto sono aumentati passando dai 4477 del 2018 ai 4892 di oggi (+415), così come le UOS che erano 261 e oggi sono 291 e le Uoc incrementate da 187 a 217. Il personale sanitario è stato incrementato grazie a 833 stabilizzazioni e sono stati assegnati ben 76 incarichi di strutture complesse (solo 28 nel periodo 2015-2018). A questi dati incontrovertibili, peraltro ottenuti in piena pandemia, che confermano una grande efficienza non si può non rilevare come tutte le penalizzazioni e le criticità che venivano sottolineate al Governo D’Alfonso e Paolucci siano state risolte grazie a proposte anche innovative rispetto al vetusto Decreto Lorenzini, tipo l’individuazione di “stabilimento” che ha promesso di tenere aperti diversi ospedali. Voglio ricordare che l’ospedale di Sulmona sarà Dea di I livello e resterà il punto nascita, più volte contestato dal Tavolo. Ortona, Penne e Popoli saranno ospedali di base con il pronto soccorso; Tagliacozzo, Penne e Guardiagrele, per i quali il centrosinistra aveva previsto la chiusura, saranno presidi medici h24 mentre Atessa e Castel di Sangro sono stati riconosciuti ospedali di aree disagiate con sede di pronto soccorso. Tutti risultati ottenuti grazie alla posizione di forte determinazione e capacità di analisi da parte dei tecnici regionali. Aver ottenuto il parere favorevole della rete inoltre comporta automaticamente lo sblocco delle risorse, pari a 388 milioni, per l’edilizia sanitaria, dell’ex art. 20. Chiaramente con il passaggio in Consiglio regionale ci potrebbero essere anche piccolissimi miglioramenti ma da parte nostra c’è la massima soddisfazione anche, e soprattutto, rispetto a tutto quello che ci era stato raccontato nel quinquennio precedente ”. Così il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Mauro Febbo.