Uno dei simboli della memoria della strage e di lotta alla mafia: lo sfrontato manifesto di morte e terrore della mafia. A distanza di 26 anni dal tragico evento ancora oggi la vettura percorre chilometri per testimoniare la forza della legalità, nonostante sia stata colpita in pieno dalla deflagrazione di 600 chili di tritolo.
All’Istituto “Moretti” di Roseto invece venerdì 11 maggio si svolgerà una importante giornata regionale contro le mafie, con collegamento in diretta con Rai1, alla quale parteciperanno Piergiorgio Morosini, il gip di Palermo che ha sbattuto in carcere Riina e Provenzano, Angiolo Pellegrini oggi generale dei Carabinieri e collaboratore di Giovanni Falcone, Paolo Borrometi giornalista antimafia minacciato di morte, Tina Montinaro moglie del capo scorta di Falcone Antonio Montinaro dilaniato nella “Quarto Savona 15”. Sarà presente inoltre Emanuele Schifani figlio dell’arto poliziotto di scorta Vito Schifani morto a Capaci.
Portando la teca da Palermo a Pescara per la giornata contro le mafie il “Premio Borsellino” vuole raccontare la storia di chi viaggiava su quell’auto, i ragazzi della «Quarto Savona 15» (questo il nome in codice della scorta), e permettere ai cittadini e soprattutto agli studenti di rendere omaggio ai ragazzi della scorta di Falcone che viaggiavano su quell’auto che il 23 maggio 1992 e fu colpita in pieno dalla deflagrazione e ritrovata distrutta, in un uliveto a diverse centinaia di metri di distanza dal luogo dell’attentato.
È un orrore raccontato attraverso una serie di dettagli che fanno storia e che costituiscono memoria. Quell’auto è’ il simbolo di uno degli eventi più terribili della storia d’Italia. La Quarto Savona Quindici rappresenta un monito perenne per non dimenticare la strage di Capaci e tutte le vittime innocenti delle mafie. “Abbiamo sentito il dovere di organizzare la tappa abruzzese di un viaggio che, grazie a Tina Montinaro e alla Polizia di Stato, percorre le città dell’Italia per affermare che la memoria di uomini straordinari che hanno perso la vita per la democrazia è viva solo se tutti insieme riusciamo a trasformarla in impegno quotidiano contro tutte le mafie», ha detto Gabriella Sperandio, il presidente della associazione “Falcone e Borsellino .
La memoria è ricordo e anche speranza, è la speranza che passa da un percorso di cultura e legalità realizzato da anni all’interno delle scuole e nei confronti di ragazzi che quel giorno non erano ancora nati.
Resta poco, quasi niente. Un’auto accartocciata, distrutta dalla massiccia carica esplosiva, che restituisce a chi la guarda un numero ancora ben visibile: 100.287. Sono i chilometri percorsi sino a quel tragico momento dall’auto in cui si muovevano i tre uomini della scorta. Tre vite spezzate, tre vite che anche attraverso questa iniziativa l’associazione prova a far rivivere, a raccontare.
Per sensibilizzare i territori e le giovani generazioni a combattere contro la mafia, contro la cultura mafiosa, e per non dimenticare la strage di Capaci. Il suo passaggio significherà un momento di memoria condivisa e rappresenterà soprattutto la speranza che quella Croma possa continuare a camminare attraverso ognuno di noi, perché quella strage del 23 maggio in realtà non l’ha mai fermata.
A inaugurare la mostra promossa dal “Premio Borsellino”, la vedova del caposcorta, Tina Montinaro, nell’ambito del progetto “Quarto Savona 15: la memoria in marcia”, dal nome in codice della scorta. Perché quel viaggio – in tutti questi anni – non si è mai interrotto, toccando altre città d’Italia grazie all’impegno dei familiari e della Polizia di Stato. Presenti alla cerimonia circa 10.000 studenti provenienti dalle scuole di tutto la regione, il prefetto Luigi Savina vice capo della Polizia, il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, la dirigente del Miur Giovanna Boda, i Prefetti, Questori e Procuratori di tutto l’Abruzzo . a trasformarla in impegno quotidiano