I giovani medici: coloro che sono in attesa di partecipare alle specializzazioni. Giusto per fare un esempio: a settembre saranno circa 30mila i medici che prenderanno parte al test per la specializzazione, ma a disposizione ci saranno 12mila borse. Il nodo è quello del cosiddetto imbuto formativo, che poi pone degli effetti a catena: ogni anno circa il 10% dei nuovi medici (1500 su base nazionale) abbandona il Paese per lavorare all’estero.
E ora che l’emergenza sanitaria è in parte rientrata (dove tutti hanno fornito il proprio contributo) i medici in formazione chiedono a gran voce di concludere il percorso di studi con l’accesso alla formazione. La richiesta, al momento, sembra essere rimasta inascoltata perchè le borse di specializzazione non hanno subito particolari incrementi e dunque il nodo di fondo (lasciare il servizio sanitario per lavorare all’estero) resta irrisolto.
Per accendere ulteriormente i riflettori su una questione molto sentita, domani, venerdì 29 maggio, ci sarà una manifestazione nazionale. In Abruzzo due i punti di ritrovo dove andrà in scena la mobilitazione: a L’Aquila (in piazza Duomo) e a Teramo (piazza Martiri della Libertà), dalle ore 10 alle ore 13.