La Procura apre inchiesta dopo la caduta di calcinacci. Strada dei Parchi: fondi bloccati ma l’autostrada è sicura

La Procura della Repubblica de L’Aquila ha aperto un’inchiesta sullo stato dei viadotti dopo la caduta di calcestruzzo in particolare dai viadotti dell’A24 (Roma-Teramo) che attraversano la frazione aquilana di San Giacomo, avvenuto il 10 settembre.

 

A causa del cedimento venne disposta la chiusura momentanea della strada sottostante il viadotto. A presentare un esposto gli uffici competenti della Regione Abruzzo. Nei giorni scorsi i carabinieri hanno sequestrato documenti in varie sedi istituzionali. Nel fascicolo compare anche la relazione dei vigili del fuoco intervenuti per rimuovere i pezzi rimasti sospesi in cui sarebbe stato accertato lo stato di degrado del viadotto.

 

 

Nel frattempo I cantieri sono aperti, proseguono i sopralluoghi e le verifiche tecniche, come pure le chiusure notturne di routine in alcuni tratti, ma non si placano le polemiche sulla reale situazione delle autostrade A24 e A25 gestite da Strada dei Parchi Spa. Per la concessionaria le infrastrutture sono percorribili, anche se occorrono urgenti interventi per la messa in sicurezza sismica dei viadotti, lavori per i quali si attende lo sblocco dei fondi da parte del ministero. Intanto scattano le limitazioni al transito dei mezzi pesanti, compresi i pullman di trasporto pubblico.

La società concessionaria fa notare che i decreti relativi allo stanziamento dei 192 milioni necessari per gli interventi antisismici, inseriti nel ‘Decreto Genova’, dati come fatti dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, “mancano ancora” e sull’accesso a questi fondi ha dato un ultimatum che scade lunedì. In serata l’ulteriore decisione di Strada dei Parchi di chiedere l’accesso agli atti “per individuare in quali

uffici del Mit siano fermi i documenti, i progetti, e le prove tecniche inviate nelle settimane scorse al ministero”.

Tutti calcoli e test svolti “utilizzando i parametri introdotti dalle normative tecniche del 2018”, dice la società Strada dei Parchi, ma “ignorati”. Oltre cinquemila test eseguiti “da laboratori esterni certificati” a seguito dei quali la società ribadisce che “tutte le strutture dell’Autostrada A24-A25 sono sicure”.

 

“Non accettiamo di essere accusati di irresponsabilità – dice Mauro Fabris, vicepresidente del Cda di Strada dei Parchi – Ci siamo assunti la responsabilità di dichiarare che A24 e A25 non si devono chiudere, se il ministro la pensa diversamente assuma decisioni diverse”. Toninelli, intervenendo da Bologna, affonda

sulle relazioni: “Abbiamo ricevuto delle relazioni e non ci siamo fidati, perché erano fatte direttamente da società controllate dal concessionario. Ho visto e toccato con le mie mani quei piloni. In tutta sincerità lì ho perso il sonno e mi sono preoccupato”.

 

“La sfida principale – dice Toninelli – è che il ministero torni a fare il ministero che gestisce, controlla e sanziona chi non adempie. Un primo passo, ma è la dimostrazione che lo Stato è tornato a fare lo Stato”. Poi il “rammarico” per il fatto che gli ingegneri del ministero “non siano mai andati a controllare” mentre per la misura delle limitazioni serve per percepire “che c’è una rischiosità”.

 

Limitazioni per “senso istituzionale”, dice Strada dei Parchi, e non necessaria ai fini della sicurezza. A breve, comunque, con apposita ordinanza, saranno comunicate le limitazioni ai mezzi pesanti superiori ai 35 quintali sugli 87 viadotti ispezionati di recente dai tecnici del ministero, dai divieti di sorpasso e di sosta all’obbligo di mantenere una distanza di 50 metri tra un mezzo e l’altro. Per l’applicazione occorrono tempi tecnici, innanzitutto per installare circa 500 cartelli stradali per informare l’utenza.

E, dalla parte di chi viaggia, interviene la Cna Fita Abruzzo che ritiene “assurdo leggere ogni giorno i pareri più diversi sulle condizioni delle autostrade”, scrive il presidente dell’associazione di categoria Gianluca Carota secondo il quale alcune misure prospettate” contrastano anche con il buon senso. Il Forum H2o chiede invece di affidare le verifiche ad un organo pubblico come il Cnr o le strutture del Genio civile delle due regioni.

 

 

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