Il mese di febbraio 2024 è passato alla storia per un clima da record che conferma il cambiamento in corso nel nostro Paese e nel resto del mondo.
Si tratta di dati che hanno allarmato molti, considerato che si tratta di un boom climatico davvero senza precedenti e che mette in serio dubbio la sostenibilità di molti settori economici.
Insomma, dati che non possono essere sottovalutati e che dovrebbero costituire lo spunto più utile per soffermarsi su quali siano i pericoli di queste evoluzioni, nell’auspicio che si possano assumere gli opportuni provvedimenti per contenere l’escalation climatica in atto, prima che le conseguenze siano troppo gravi per questa e per le future generazioni.
Come è andato il clima in Abruzzo
Andiamo con ordine: il mese di febbraio 2024 in Abruzzo – dicono i dati del Cetemps, il Centro di Eccellenza dell’Università dell’Aquila in Telerilevamento e Modellistica previsionale di eventi severi – è stato più caldo di 4 gradi rispetto alla media di riferimento climatologico 1991-2020. Non solo: si è trattato anche di un mese molto più secco, con precipitazioni più scarse in media del 52% rispetto alla climatologia del periodo.
Secondo l’analisi del Cetemps, i motivi sono ben evidenti: “condizioni di prevalente alta pressione sull’Europa orientale – si legge nella nota – hanno favorito un flusso d’aria caldo e umido da Sud-Est e condizioni di stabilità atmosferica, che hanno portato a giornate molto serene in generale e con frequenti foschie o nebbie sul litorale”.
Si consideri altresì come queste temperature così anomale abbiano manifestato degli incrementi praticamente in ogni parte del territorio. I dati sostengono infatti che la temperatura media è stata più alta del riferimento climatologico 1991-2020 di 4 gradi in media, leggermente meno sulla costa, leggermente oltre nell’entroterra.
Il picco si è registrato in particolar modo nell’entroterra pescarese, con un incremento di 5,8 gradi. L’anomalia delle temperature minime è invece stata relativamente più contenuta con +2.8°, leggermente più alta nel Chietino e leggermente meno nell’Aquilano. Le precipitazioni sono state più scarse in media del 52%, con un range che è compreso tra il -10% della fascia al confine col Lazio e il -90% sul litorale.
“Per quanto riguarda l’Italia – si legge infine nell’analisi del Cetemps – la settimana è attesa essere ancora decisamente più calda della norma, con precipitazioni lievemente maggiori della norma. Le condizioni appaiono tendere al persistere del caldo nelle successive due settimane, con precipitazioni non distanti dalla climatologia”.