Si tratta di un regalo di oltre 160 milioni di euro alle aziende coinvolte senza che i cittadini abruzzesi, che pagheranno il conto con le loro tasse, siano stati informati su ciò che sta avvenendo”. Dopo le denunce a mezzo stampa dei sindacati contro l’articolo 7 della legge regionale 9/2020 cosiddetta ‘cura Abruzzo’, i segretari generali di Cgil Abruzzo Molise, Cisl AbruzzoMolise, Uil Abruzzo e Ugl Abruzzo hanno inviato una segnalazione alla presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per gli Affari Regionali, per segnalare l’illegittimità costituzionale della norma.
La legge, secondo Carmine Ranieri (Cgil), Leo Malandra (Cisl), Michele Lombardo (Uil) e Gianna De Amicis (Ugl), si porrebbe “in contrasto con l’articolo 97 della Costituzione e con le norme di legge statali di natura civile, amministrativa e contabile che regolano l’attività delle amministrazioni in tema di contenzioso con le imprese private. Secondo tali norme – affermano i segretari – la Regione Abruzzo non deve affatto favorire il componimento bonario del contenzioso con le aziende private come recita la nuova legge regionale, ma deve perseguire esclusivamente l’interesse pubblico”.
La cosiddetta pace legale, secondo i sindacati, “pregiudicherebbe proprio quell’interesse pubblico che la politica regionale e la dirigenza dovrebbero invece garantire. Dal punto di vista contabile poi – aggiungono i sindacati – la norma avrà un effetto devastante in termini di maggiore spesa pubblica. Saranno i cittadini abruzzesi a pagare con le loro tasse i regali che la Regione Abruzzo farà a quelle aziende che non hanno agito nella legalità. Aziende che si vedranno regalati diversi milioni di euro alla faccia di tutti quei cittadini che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e che hanno subito danni economici importanti a causa della pandemia”.
“Oltre al danno la beffa – dicono ancora i segretari – considerato che l’articolo 7, intitolato “pace legale”, si inserisce nelle norme di contrasto all’emergenza Covid-19, ma in realtà non ha proprio nulla a che vedere con l’emergenza poiché il contenzioso si è generato prima della pandemia. E’ singolare che la più grande manovra contro il coronavirus approvata dalla Regione Abruzzo (si parla di una spesa potenziale di oltre 160 milioni di euro) in realtà non ha proprio nessuna attinenza con il Covid-19. Una grande presa in giro per tutti i cittadini”.
“Tra l’altro né la legge né la relazione illustrativa della medesima fanno mai riferimento alla quantità di contenzioso presente nella Regione e negli enti ad essa collegati, né si fa riferimento a quali sono le motivazioni per le quali si è generato questo contenzioso.
Dunque si agisce nella totale mancanza di trasparenza sul perché e sul chi trarrà beneficio da questo milionario condono a beneficio di poche imprese ‘fortunate’. Una legge che premia quegli imprenditori che non hanno rispettato le regole e che è un chiaro invito anche a tutti gli altri a fare altrettanto. Dietro l’angolo – concludono Ranieri, Malandra, Lombardo e De Amicis – c’è sempre un condono che consentirà a chi viola le norme di guadagnare diversi milioni di euro”.