Lo rileva l’Unione Nazionale Consumatori che, a partire dai dati dell’inflazione di novembre delle regioni e dei capoluoghi di regione e comuni con più di 150 mila abitanti diffusi oggi dall’Istat, ha elaborato l’ormai tradizionale classifica delle città e delle regioni più care d’Italia. Lo studio analizza l’aumento del costo della vita non solo rispetto all’inesistente famiglia tipo, ovvero da 2,4 componenti, ma anche per la famiglia di tre persone, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia.
Il dato abruzzese relativo ai 168 euro di aumento del costo della vita, scende a 143 euro per una famiglia tipo (2,4 componenti). L’Unc nel divulgare i risultati della graduatoria, sottolinea che “in testa alla classifica delle regioni più costose in termini di maggior spesa, svetta inaspettatamente l’Abruzzo”.
“Stiamo lavorando per migliorare l’offerta dei servizi ai cittadini anche rimettendo in piedi strutture che erano state lasciate colpevolmente in abbandono come l’Agenzia per la Committenza che ha in pochi mesi fatto gare per beni e servizi producendo milioni e milioni di risparmio nella spesa.
È chiaro che se noi risparmiamo nell’acquistare beni e servizi che poi devono essere offerti tramite le istituzioni regionali ai cittadini, anche il costo complessivo andrà a diminuire. Dobbiamo riorganizzare la macchina amministrativa e renderla poi efficiente e meno costosa per cittadini e imprese”. Così il presidente della Regione Marco Marsilio, a margine di un evento sui Fondi Europei a Roseto degli Abruzzi, rispondendo alle domande dei cronisti, in merito ai dati Istat che dicono che l’Abruzzo è in testa alla classifica delle regioni più costose in termini di maggior spesa, con un’inflazione a +0,7%, registrando, per una famiglia di 3 componenti, una batosta pari a 168 euro su base annua (143 euro per famiglia tipo di 2,4 componenti).