“Le nostre ragioni sono oggi ancora più determinate di quelle di due anni fa – precisa Paolucci – quando, prima dell’esplosione della pandemia ci mobilitammo per frenare la proposta di legge 49, affrontando una durissima battaglia in aula con migliaia di emendamenti, che portò il centrodestra a ritirare la proposta di legge. Oggi, a fronte di una pandemia ancora attiva e con la grave crisi economica che ha colpito attività e operatori del commercio di piccole e medie dimensioni, si rischia di infliggere l’ennesimo colpo a una fascia di attività che aspetta di riprendersi e di ottenere i ristori previsti dalle zone rosse, su cui comincia a cumularsi un preoccupante ritardo sottolineato già da tutte le parti sociali.
Bisogna creare un futuro alternativo per le aree industriali dismesse, favorendo la rinascita di quelle attività quando possibile, favorendo nuove attività industriali in modo da rendere ancora attrattivo il territorio per gli investimenti e, comunque, agevolando l’insediamento di attività sostenibili che diano respiro all’artigianato, al turismo, allo sport, alla cultura e ai servizi, limitando così le dimensioni commerciali. Perché agevolando i grandi si svuotano i centri storici, soprattutto delle aree interne, degradandoli e decentrando gli acquisti. Ecco perché serve un testo che tuteli con decisione la sopravvivenza dei piccoli negozi e del commercio locale e che non faccia scempio del territorio, favorendo interessi privati e speculazioni che non rappresentano l’esigenza di resistere e rinascere che ha il comparto. Noi stiamo da questa parte e lo abbiamo messo nero su bianco sulle migliaia di emendamenti che discuteremo per evitare quello che è l’ennesimo “sacco” che l’Abruzzo e la nostra economia non possono permettersi.
Ci aspettiamo che anche la Regione stia dalla loro parte e faccia giungere poste e ristori dell’emergenza, pensando a un piano serio per la ripresa”.