Pescara. “La compartecipazione e la razionalizzazione dei punti nascita sono fasi propedeutiche all’uscita dal commissariamento”. Lo ha detto l’assessore alla Salute, Silvio Paolucci, aggiungendo che si “tratta di obiettivi imposti come sanno bene anche gli operatori sanitari. Anche il decreto sui nuovi standard definisce un orizzonte di rigore sulle prestazioni. In sostanza non si torna indietro”.
Il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, e l’assessore Paolucci, hanno incontrato i rappresentanti delle sigle sindacali degli operatori sanitari, ai quali hanno detto di condividere le loro richieste, calate in un documento, ma ai quali hanno anche spiegato che per la loro attuazione “è necessario attendere la fine del commissariamento”.
“Abbiamo voglia di scrivere insieme a voi il futuro della nostra sanità – ha detto Paolucci – dietro le nostre spalle c’è una situazione di sofferenza, di tagli al territorio, di riconversione della spesa ma che ora ha però la possibilità di avere una nuova dignità, una nuova autonomia programmatoria”. Paolucci ha spiegato che non è stata formulata ancora una “proceduralizzazione” per l’uscita dal commissariamento: è immaginabile che a novembre, alla luce delle nuove verifiche, il tavolo di monitoraggio dia il via libera e chieda alla Regione Abruzzo la redazione di un Piano sanitario che sarà frutto di delibera di Giunta. “Per la prima volta, dopo sette anni – ha chiarito l’Assessore – riscriviamo di sanità in un documento, il Dpefr, che va all’esame del Consiglio regionale. Per noi è una sfida”.
Precedentemente il presidente D’Alfonso, aveva osservato che se “l’autonomia programmatoria passa attraverso i ticket è opportuno che la lotta politica ne resti fuori”. Inoltre ha dichiarato di voler “utilizzare i contributi degli operatori sanitari”, pensando alla istituzione di un Consiglio sanitario regionale quale luogo permanente di confronto; “sapendo – ha concluso – che il semaforo rosso ci viene dagli investimenti sbagliati o immorali. Ogni euro speso deve produrre un servizio”. Le sigle sindacali hanno posto l’accento sulla necessità di introdurre procedure elettroniche per abbattere i costi, soprattutto dei farmaci, quindi sulle liste di attesa per la diagnostica e sulla pediatria.