L’idea è del pastificio abruzzese Delverde in collaborazione col Centro di ricerca regionale Crab (Consorzio di ricerche applicate alla biotecnologia) di Avezzano e l’Università dell’Aquila, dipartimento di Chimica, che ha provveduto alla certificazione.
L’acqua utilizzata, come spiega una nota, è quella del fiume Verde, captata a 80 metri di profondità e utilizzata direttamente, senza stoccaggio in deposito né clorazione, nel processo produttivo alla temperatura di 8 gradi centigradi che è l’ideale per chi lavora in lenta essiccazione, e quindi con semole con indice proteico di 13,80 (rispetto a una media di 11) e di glutine tra 80 e 85, mentre in commercio ci sono anche indice di glutine a 50-60. L’acqua utilizzata non solo è oligominerale, “leggera” cioè per il contenuto di residuo fisso, ma anche batteriologicamente pura, cosa che ne permette l’utilizzo senza pre-trattamenti. Il progetto di ricerca è ancora in corso, ma l’obiettivo è offrire qualità anche nell’acqua come alimento e poi fare una etichetta ad hoc per tracciare la provenienza sia di quello che bevi che di quello che mangi in un piatto di pasta che ha due ingredienti principali: la semola e l’acqua, appunto”.