Abruzzo.Il Forum dei Movimenti per l’Acqua torna a lanciare l’allarme sulle condizioni dei fiumi abruzzesi definendole “pietose”.
E’ quanto emerge dal monitoraggio dell’Arta (Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente), relativo al triennio 2010-2012, la stragrande maggioranza delle stazioni di rilevamento non rispetta gli obiettivi di qualita’ fissati dall’Unione Europea (stato ecologico “buono” per tutti i fiumi) da raggiungere entro il 2015. Il 68,5 per cento delle stazioni di monitoraggio e’ in una classe peggiore (o “sufficiente” o “scarso” o “cattivo”) e, quindi, poco meno di 1/3 rispettano l’obiettivo comunitario.
Le stazioni nelle classi migliori sono quelle localizzate in aree montane prive di pressioni antropiche, “una condizione naturale – secondo il Forum – che quindi non deriva quindi da corrette azioni di gestione di scarichi, captazioni e depurazioni. In Abruzzo abbiamo una sorta di “vantaggio” di partenza che stiamo pero’ sciupando senza sosta visto che solo una stazione (il Rio Arno in provincia di Teramo) su 112 e’ nella classe di qualita’ “elevato”. Basta scendere a valle e non appena i fiumi incontrano le prime aree urbanizzate la qualita’ ne risente, a volte in maniera clamorosa. Alla foce tutti i corsi d’acqua non rispettano gli obiettivi di qualita’ dai fiumi piu’ importanti ai torrenti minori.
Nello specifico, sono dieci le stazioni nella classe “cattivo”: Calvano; Vibrata, Cerrano; Arielli; Torrente Cena; Torrente Arno; Feltrino (due stazioni); Imele; Fosso La Raffia. Sono invece 26 quelle con grado di qualita’ “scarso” , tra queste figurano le stazioni sui fiumi Tordino, Piomba, Dentalo, Moro, Alento, Aterno, Turano, Pescara, Cigno, Tavo, Saline, Buonanotte. Nella classe “elevato” figura una stazione, 34 nella classe ” buono” e 41 nella classe “sufficiente”.
Il Forum, oltre a ribadire la sua contrarieta’ al Piano di Tutela delle Acque in quanto “elemosina esclusivamente deroghe agli obiettivi di qualita’ all’Unione Europea per cercare di mettere la polvere sotto il tappeto”, sottolinea che “servono misure draconiane e risorse per la riqualificazione”.