È quanto presentato dall’onorevole del Pd, Maria Amato, primario di Radiologia dell’ospedale di Vasto, che parla di mancata equità nelle risposte ai bisogni di salute delle popolazioni del sud dell’Abruzzo e delle aree interne della regione conseguente alla scelta degli ospedali provinciali.
“L’emergenza sanitaria – spiega in una nota la parlamentare abruzzese – è troppo sbilanciata sull’area metropolitana Chieti-Pescara. Le 4 province dell’Abruzzo si trovano tutte nella metà nord della regione e i capoluoghi di Provincia Chieti e Pescara sono separati da una distanza di soli 20 chilometri e che il riordino della rete ospedaliera dell’Abruzzo ha determinato la trasformazione degli ospedali di Gissi e Casoli in Presidi Territoriali di Assistenza con conseguente trasformazione dei Pronto Soccorso in punti di primo intervento. La scelta di avere come ospedali di riferimento quelli provinciali – ha sottolineato la Amato – ha condizionato il disegno della rete di emergenza urgenza con i due Ospedali Hub Chieti e Pescara”, distanti circa 60 km da Vasto. “Ci sono nel territorio delle provincie di Chieti e Pescara due sezioni di emodinamica: una nell’Ospedale di Chieti e una nell’Ospedale di Pescara, con evidente concentrazione di risorse in tal senso. Nel territorio meridionale dell’Abruzzo, inteso in chilometri quadrati come metà della regione, non ci sono punti di cura adeguati ad emergenze cardio-vascolari e neuro”.
La parlamentare del Pd ha quindi chiesto al ministro della Salute Lorenzin se nelle valutazioni dell’adeguatezza della rete ospedaliera dell’Abruzzo sia considerata la evidente mancanza di equità nelle risposte ai bisogni di salute delle popolazioni del sud e delle aree interne della regione conseguente alla scelta degli ospedali provinciali. Inoltre, la Amato ha chiesto al ministro “quali misure possono essere individuate per la realizzazione tempestiva di una più adeguata rete cuore, tenendo conto che nel Piano Sanitario Regionale 2007, mai superato, era prevista una Sezione di Emodinamica nell’Ospedale di Vasto, promessa negli anni anche dall’attuale governo regionale e a tutt’oggi ancora alla fase progettuale”. L’interrogazione si conclude con un’ultima domanda rivolta al ministro, che risponderà in sede di commissione: “se è a conoscenza che il territorio di confine tra Abruzzo e Molise, nonostante le molteplici segnalazione ai livelli competenti da parte dei sindaci del territorio, ha una inadeguata risposta ai suoi bisogni di salute sia per l’emergenza urgenza, sia nella continuità assistenziale che per l’assistenza pediatrica e quali sono le misure che intende adottare”.