Secondo Carmine Ranieri, segretario regionale Cgil funzione pubblica, “i millantati risparmi che erano stati posti alla base della soppressione di questi enti non si sono verificati ed oggi la Regione vuole far pagare ciò ai lavoratori . Contestualmente, però , si lascia inalterato il numero delle posizioni dirigenziali che come è noto comportano grandi costi. Per uscire da questa situazione – ha sostenuto il sindacalista – la Regione deve dire chiaramente se i risparmi ci sono stati o meno. In caso positivo è necessario procedere con la certificazione dei risparmi e quindi utilizzarne una parte per le risorse accessorie del personale. In alternativa la Regione deve ridurre le posizioni dirigenziali e contestualmente incrementare il fondo di produttività dei dipendenti”.
Non è tutto. La Cisl parla di “scippo ai danni dei lavoratori”, predicando che quello che le sigle sindacali chiedono non sono soldi in più, ma “solo che i dipendenti regionali non perdano neanche un centesimo del proprio salario dall’accorpamento degli enti strumentali. Quest’anno – sottolinea una nota – i lavoratori rischiano una perdita di salario accessorio tra 1.500 e 2.000 euro. Questo è molto grave” .