“La riforma” spiega Elvezio Sfarra, segretario regionale Fp-Cisl “non tocca, per il momento, i tribunali di Avezzano e Sulmona, che erano stati inseriti dal Governo nella lista delle strutture da sopprimere, solo in virtù di una deroga triennale legata al sisma del 2009. Ciò non toglie che, scaduto tale termine, il problema si riproporrà nella sua interezza. Una spoliazione che va contrastata, per tempo, con ogni mezzo per i devastanti effetti negativi che tale decisione comporterebbe in una provincia, come quella aquilana, orograficamente difficile e molto estesa, con evidenti difficoltà di collegamento e con una crisi economica accentuata dal terremoto. Stigmatizziamo ciò che attualmente sta avvenendo, nello sfascio generalizzato e cronico in cui versa la giustizia italiana, che presenta uffici sottodimensionati dal punto di vista del personale, contratti fermi da anni e una mole enorme di processi arretrati. La chiusura di alcuni tribunali comporterà, il 13 settembre, data prevista dal decreto legislativo 155 del 2012 per la chiusura ufficiale dei tribunali soppressi, un enorme problema organizzativo per l’accesso e la fruizione della documentazione utile ai processi, con il rischio di un blocco totale del lavoro che si protrarrà fino a quando tutti i nuovi uffici non si saranno organizzati. Oltre tutto, tale decisione risulta inopportuna anche dal punto di vista economico, poiché molte sedi di tribunali che verranno soppressi erano state recentemente ristrutturate e messe a norme”.
La Cisl non contesta la riforma della giustizia, che definisce “un passaggio importante che deve essere portato a termine”, ma, aggiunge Sfarra, “le modalità della riorganizzazione in atto, che non tengono conto delle esigenze dei territori interessati alla soppressione dei tribunali, né risultano attuate gradualmente, in modo da evitare ulteriori disagi e ritardi nei tempi della giustizia. Per quanto concerne la provincia dell’Aquila sosteniamo con forza la necessità di mantenere pienamente attivi, nelle loro funzioni, tutti i tribunali attualmente in funzione, al di là della momentanea deroga. Il nostro territorio non può, logisticamente, perdere ulteriori tasselli importanti dal punto di vista economico-sociale”.