Un dato che ora è realtà, soprattutto dopo l’ufficializzazione dell’Ifel, l’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale, che ha stilato uno speciale censimento, utilizzando i dati del sistema IGRUE della Ragioneria Generale dello Stato, unica deputata a certificarli all’Unione Europea.
“Siamo primi in Italia, davanti alla Provincia autonoma di Trento” ha detto soddisfatto il Governatore Gianni Chiodi. “Il dato, pari al 76,86 per cento, ci regala un primato tutt’altro che facile da conservare perchè la spesa dei fondi europei non è così agevole dal punto di vista delle procedure come le risorse stanziate nelle Finanziarie regionali”.
Non nasconde il suo orgoglio, Gianni Chiodi, affiancato dall’assessore al Bilancio, Carlo Masci, e dal direttore degli Affari della Presidenza e Politiche comunitarie, Antonio Sorgi.
“Abbiamo il dovere di spendere in maniera efficiente tutti i soldi spendibili. In primo luogo perchè arrivano dall’Ue, e quindi non generano nè fiscalità aggiuntiva nei confronti dei cittadini nè indebitamento che poi può determinare minore capacità di spesa delle future amministrazioni”.
I dati tengono conto del programma operativo del Fesr secondo cui, alla data del 30 giugno, viene registrato un avanzamento rendicontabile in termini di impegni finanziari pari a 225 milioni 67 mila 694 euro che corrisponde al 65 per cento dell’impegno totale. “Tuttavia” ha spiegato il presidente Abruzzese “la tabella finanziaria dalla quale si evince una percentuale di avanzamento dei programmi regionali pari al 76,86 per cento è calcolata rispetto al finanziamento totale di 234 milioni 564 mila 348 euro. Si tratta della percentuale più alta in assoluto. Ecco, mi piacerebbe che l’intera comunità abruzzese fosse fiera di questo risultato e come Giunta dovremo impegnarci a ricostruire l’orgoglio di essere abruzzesi e di appartenere a questa comunità. Altrove la notizia avrebbe dei titoloni. Qui da noi, invece, si è ancora condizionati dalle vicende giudiziarie. Una cosa è certa: saremo la prima Giunta capace di lasciare alla futura amministrazione regionale, qualunque essa sia, un debito inferiore di almeno il 30 per cento rispetto a quello che ha trovato al suo insediamento. Un traguardo mai raggiunto prima d’ora da quando esistono le Regioni. Questo vuol dire che è possibile fare un buon uso delle risorse che i cittadini ci mettono a disposizione. Nei prossimi anni l’azione di risanamento che stiamo portando avanti porterà maggiore ricchezza ed ulteriori risorse verranno liberate a vantaggio dello sviluppo senza aumentare di un euro la tassazione e senza fare un euro in più di debito”.
“Cinque anni fa, due grossi macigni gravavano sulla testa degli abruzzesi: il più alto indebitamento e la più alta tassazione d’Italia. Come Giunta regionale decidemmo di mettere in atto una strategia unitaria che evitasse di far indebitare ulteriormente l’Abruzzo. E questo è stato possibile, in gran parte, attraverso l’utilizzo di fondi alternativi a quelli derivanti dal gettito fiscale regionale come i fondi europei. In passato, l’uso delle risorse comunitarie era residuale perchè mancava una cultura specifica in tal senso ed era molto più semplice ricorrere all’indebitamento. Il cambio culturale ha riguardato l’intera Regione, non solo la struttura amministrativa regionale. Anche i cittadini. Oggi il risultato è stato colto appieno visto che riusciamo a utilizzare i fondi europei in maniera migliore rispetto al passato e siamo anche capaci di tenere sotto controllo il bilancio tanto è vero che non siamo più la Regione più indebitata d’Italia, primato negativo che è passato al Piemonte ed al Lazio. L’Abruzzo è stata anche l’unica Regione in Italia ad aver abbassato le tasse e si continuerà a farlo anche in futuro perchè, in un momento storico davvero difficile da un punto di vista economico-finanziario come quello che si sta vivendo da anni, è stato necessario mantenere i conti in un equilibrio virtuoso. Questo nonostante i trasferimenti dallo Stato siano diminuiti addirittura del 90 per cento tanto è vero che nel 2006 erano pari ad un 1 miliardo 300 milioni di euro l’anno mentre oggi si sono ridotti a 100 milioni. In passato, oltretutto, si continuavano ad utilizzare fondi che non esistevano facendo debiti mentre non si sfruttavano a dovere i fondi comunitari, certamente più cospicui rispetto a quelli attualmente a disposizione. Invertendo la situazione, abbiamo trovato l’uovo di Colombo“.