Con il meccanismo della compensazione, utilizzavano crediti di imposta inesistenti per effettuare il versamento dei contributi previdenziali. Un escamotage che permetteva agli autori delle operazioni fittizie di apparire formalmente in regola. Complessivamente l’importo delle compensazioni indebite effettuate supera i 30 milioni di euro.
Il meccanismo fraudolento svelato riguarda soggetti che, tra il 2009 e il 2013, hanno pagato i propri contributi previdenziali tramite F24, presentati formalmente da soggetti inesistenti, le cosiddette “cartiere” (soggetti che producono solo “carte”, documenti), in cui sono stati indicati crediti d’imposta altrettanto inesistenti. Queste operazioni fittizie hanno permesso al soggetto titolare della matricola Inps di risultare in regola con i versamenti previdenziali in quanto, per effetto della compensazione, l’Inps riceveva effettivamente quanto dovuto. In particolare, l’importo complessivo delle compensazioni indebite effettuate nel periodo indicato, 2009-2013, risulta pari a più di 30 milioni di euro. Di questi, circa 20 milioni di euro sono relativi a contribuenti con sede nel Lazio.
I funzionari dell’Agenzia delle Entrate e gli ispettori dell’Inps hanno effettuato da ieri più di 60 controlli nei confronti di contribuenti e di alcuni professionisti ritenuti presunti registi della frode.