Oggi, con le assemblee che si svolgeranno in tutti gli ospedali d’Abruzzo, si apriranno le manifestazioni che culmineranno nello sciopero del 22 luglio di medici, veterinari e dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale.
Questa azione di lotta nasce per una serie di “buoni motivi”, elencati in una nota dal segretario regionale Filippo Gianfelice.
Per difendere la sanità pubblica. La politica trasversale degli ultimi anni ha introdotto l’idea che non tutti possano accedere ai servizi forniti dal Servizio Sanitario Nazionale. Occorre quindi difendere il nostro sistema pubblico, universalistico ed egualitario, dal degrado cui una cattiva organizzazione lo sta portando. I posti letto e i servizi ambulatoriali negli ospedali vengono infatti tagliati spingendo chi ha bisogno ad un sempre più massiccio ricorso alla sanità privata. La sanità pubblica, definanziata e impoverita di risorse professionali, appare destinata ad un ruolo povero per i poveri;
Per difendere la qualità del nostro lavoro. Le condizioni di lavoro dei medici e sanitari diventano sempre più insostenibili. Il personale soggetto a pensionamenti, gravidanze, malattie prolungate e trasferimenti non viene sostituito e il personale in servizio si riduce per il blocco del turnover. Sono milioni le ore di straordinario non retribuito ed il tempo di lavoro medico vale ormai 14 mesi;
Per contrastare il precariato. Il lavoro precario in sanità rischia di diventare una condizione di lavoro eterna. La morsa costituita dalla riforma “Fornero” e dalla “spending review” trasforma il lavoro precario in una condizione di lavoro immutabile, condannando alla disoccupazione/sottoccupazione migliaia di medici che si specializzeranno nel prossimo decennio;
Per ottenere lo sblocco del contratto di lavoro ed il rispetto dei diritti contrattuali. La proroga di un ulteriore anno del blocco del Contratto Nazionale, ormai fermo dal 2009, determina una grave sospensione dei diritti. In nome dei piani di rientro e dell’emergenza economica si stravolgono diritti contrattuali, si annulla ogni progressione di carriera e si sottomette ogni giorno di più l’autonomia professionale alla volontà politica;
Per regolamentare il contenzioso medico-legale. Il contenzioso medico- legale e? molto elevato ed il medico e? lasciato sempre più solo alle prese con cittadini arrabbiati e aziende inefficienti che non lo tutelano nei procedimenti giudiziari. L’Italia, insieme al Messico e alla Polonia, e? tra i pochi Paesi al mondo in cui l’atto medico ancora non ha uno specifico inquadramento giuridico;
Per ottenere una legge sulle assicurazioni. I medici e sanitari aspettano ormai da anni una legge che riveda complessivamente il sistema delle assicurazioni professionali e, nel frattempo, subiscono un insopportabile incremento dei costi dei premi assicurativi che per alcune specialità sono ormai così elevati da impedire di fatto l’esercizio della stessa professione;
Per cambiare la formazione pre e post laurea. La crisi della formazione pre e post post-laurea, appaltata esclusivamente ad una università arroccata sui propri privilegi accademici e chiusa ad ogni cambiamento, condanna i medici ad un percorso formativo lungo e poco professionalizzante che li consegna al mondo del lavoro con un ingiusto handicap.