Una doppia bocciatura per la Regione Abruzzo in tema di caccia arriva sonora dalla Corte Costituzionale e dal Tar de L’Aquila. Un “uno-due” che gli ambientalisti non stentano a definire “clamoroso”.
Tutto nasce dai ricorsi presentati da WWF, Animalisti Italiani e altre associazioni che hanno affidato all’Avvocato Michele Pezone il compito di ricorrere sui calendari venatori 2009-2010 e 2010-2011 della Regione Abruzzo, evidenziando fortissime criticità nelle scelte filo-venatorie. Nel ricorso si contestava, tra l’altro, anche l’incostituzionalità della norma contenuta nella legge Regionale 10/2004, che riammetteva il cosiddetto “nomadismo venatorio”, perimetrando un Comparto Unico regionale sulla Migratoria e rendendo così possibile lo spostamento dei cacciatori da una parte all’altra dell’Abruzzo. Il TAR L’Aquila, giudicando non infondata l’eccezione di costituzionalità, aveva sollevato il caso davanti alla Corte Costituzionale, la quale ha sancito che la Legge Regionale 10/2004 ha violato le normative nazionali che regolamentano il prelievo venatorio. Il TAR di L’Aquila, invece, ha depositato la sentenza relativa ad un ricorso presentato da Animalisti Italiani e L.A.C. sul calendario venatorio 2009-2010, dopo aver accolto la richiesta di sospensiva. “I giudici” spiega una nota del Wwf “hanno censurato il comportamento del Dirigente della Direzione Agricoltura che si era sostituito alla Giunta nel riscrivere il calendario venatorio dopo l’accoglimento da parte dei giudici amministrativi della richiesta di sospensiva avanzata dalle associazioni”.