Le Adsu verso il commissariamento? La protesta degli studenti

studenti_universitariUn nuovo commissariamento in vista della creazione di un ente unico, in grado di mettere insieme le Aziende per il diritto allo studio universitario di Teramo, L’Aquila e Chieti-Pescara. È l’ultima proposta lanciata nei giorni scorsi in consiglio regionale dall’assessore Paolo Gatti.

Un’ipotesi contro la quale si scagliano i rappresentanti delle associazioni studentesche che, in una nota congiunta a firma di Udu L’Aquila, Lista 360 gradi Chieti-Pescara e Udu Teramo, parlano di un vero e proprio “colpo di mano” della Regione sulle Adsu, di certo non nuove all’esperimento di commissariamento, già vissuto per due anni e mezzo tra il 2009 e il 2011.

“Un periodo nel quale gli studenti e le Università sono stati estromessi dai luoghi decisionali delle Aziende per il diritto allo studio, senza che questo tempo sia stato utilizzato per discutere e confrontarsi su proposte di riforma del sistema del diritto allo studio universitario” si legge nella nota. “Ora, come un fulmine a ciel sereno, arriva la proposta di ri-commissariamento e di chiusura per dar vita ad un burocratico e politicista ente unico”.

Le associazioni studentesche lamentano, a questo proposito, la mancanza di una “analisi sui costi di gestione e sui costi dei consigli di amministrazione delle Adsu” e l’assenza di una discussione sulla riforma organica del diritto allo studio. “Persino il piano degli interventi” aggiungono “che dovrebbe avere durata triennale, è fermo al 2007”.

La proposta, inoltre, arriva “senza consultare né gli studenti, né le Università, senza alcuna audizione nelle commissioni competenti. Un vero e proprio colpo di mano che, lungi dal rispondere ai veri bisogni degli studenti e alle criticità che emergono nel territorio, dalle mense ai trasporti, dagli alloggi alle sale studio, serve solo ad aumentare la burocratizzazione del sistema del diritto allo studio, l’aumento dell’incidenza della politica regionale nell’indirizzo politico del diritto allo studio, la cancellazione delle rappresentanze dell’Università nell’indirizzo politico e la riduzione del ruolo della componente studentesca”.

Sul futuro del diritto allo studio le associazioni sono pronte a confrontarsi con la Regione, a patto che il confronto si basi su “approfondimenti e analisi che coinvolgano le associazioni e le rappresentanze studentesche, le Adsu, l’Università e la Regione, dove il punto di partenza siano i dati reali sui costi di gestione, sulle tipologie d’intervento, le qualità e le criticità dei servizi, i bisogni emergenti degli studenti e sulla provenienza e la destinazione delle risorse. Chiediamo all’assessore Gatti e a tutti i consiglieri regionali di evitare metodi improvvisi, sbrigativi e autoritari su un tema che interessa oltre 60mila studenti e di aprire invece un vero confronto sul tema”.

 

 

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