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Agricoltura, Abruzzo dice no al caporalato e al lavoro irregolare

La Giunta regionale con delibera numero 149 del 6 aprile scorso ha approvato il protocollo d’intesa per le azioni di contrasto al fenomeno del Caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura che avrà durata fino al 31 dicembre 2018 e potrà essere prorogato o riproposto.

Tale protocollo, fortemente voluto dal 2016 dall’assessore alle Politiche agricole, Dino Pepe, è stato sottoscritto il 12 maggio scorso da Regione Abruzzo, Ispettorato interregionale del lavoro di Roma, Inps, direzione regionale Inail, Anci, Cgil, Cisl, Uil, Assolavoro, Coldiretti, Cia e Copagri. Si tratta di un complesso lavoro avviato nel 2016, condotto da apposito tavolo partenariale costituito nell’ambito del Dipartimento Politiche agricole con la partecipazione dei soggetti istituzionali che hanno contribuito alla stesura e condiviso il testo finale del Protocollo d’Intesa. Documento, quest’ultimo, che fa riferimento alla sopravvenuta legge 199/2016 che detta nuova disposizioni in materia di contrasto al caporalato ed al lavoro nero.

La dirigente del Servizio Affari Dipartimentali, Maria Antonietta Fusco, coordinatrice del tavolo partenariale e del protocollo per la sua attuazione, nel mese di giugno ha costituito l’Osservatorio regionale, indicato dal protocollo, che prevede tra i compiti complessi il monitoraggio costante del fenomeno e la raccolta dei dati relativi al caporalato e agli altri fenomeni inerenti l’utilizzo improprio e lo sfruttamento di manodopera in agricoltura nel territorio regionale. I componenti dell’Osservatorio, oltre alla dottoressa Fusco, sono i referenti dei firmatari del protocollo: Giovanni De Paulis (Ispettorato interregionale del lavoro), Vittorio Vannucci (Inps), Francesco Ciarallo (Inail), Luciano Lapenna (presidente Anci Abruzzo), Ada Sinimberghi (Cgil), Alessandro Collevecchio (Cisl), Leonardo Lippa (Uil), Bruno Petrei (Coldiretti), Claudio Sarmiento (Cia), Vincenzo Italiano (Copagri) e Ludovica Matarazzo (Assolavoro). L’Osservatorio si raccorda istituzionalmente con il Comitato di coordinamento regionale costituito ex art.7 D.Lgs 81/2008 presso il Dipartimento della Salute per realizzare la programmazione coordinata degli interventi di prevenzione e vigilanza. Inoltre, viene assicurato il raccordo con i tavoli istituzionali costituiti presso le Prefetture.

Tra le varie attività dell’Osservatorio assume rilievo l’apporto per i controlli mirati da parte dell’Ispettorato interregionale del lavoro di Roma, in attuazione della nuova legge 199/2016. Il Dipartimento Agricoltura ha reso disponibile al personale di vigilanza i dati contenuti nel registro Uma ed ha anche fornito a tutti i soggetti sottoscrittori del protocollo i dati elaborati in ordine alle attività lavorative in agricoltura, ai periodi di attività ed alle zone geografiche dell’intera regione. In particolare, nel mese di settembre, dall’Ispettorato interregionale del lavoro di Roma, coordinato dal dottor Orazio Parisi, sottoscrittore del Protocollo d’Intesa, è stata condotta una operazione mirata al controllo della regolarità dei lavoratori in agricoltura nella piana del Fucino. Un ruolo di rilievo è previsto per l’Anci e per gli enti locali nel favorire l’accoglienza dei lavoratori immigrati in idonee locazioni abitative e per il trasporto. Con le molteplici azioni messe in campo dal protocollo e dai suoi sottoscrittori, l’Osservatorio intende tutelare sia i lavoratori sia gli imprenditori onesti che mettono in regola i propri dipendenti e sono costretti a subire la concorrenza sleale di chi sfrutta senza scrupoli i lavoratori per conseguire ingiusti profitti. Dalle analisi effettuate emerge che la individuazione di situazioni riconducibili al fenomeno del caporalato è molto più complessa rispetto ai casi di lavoro irregolare e richiede controlli più articolati e approfonditi da svolgere in sinergia anche con le forze di polizia. A giudizio dell’Osservatorio il contrasto al caporalato e al lavoro irregolare in agricoltura comporta una lotta senza confine, perché si può parlare anche di caporalato invisibile, importato con i prodotti sottocosto. Pertanto, le azioni messe in campo tutelano l’agricoltura regionale di qualità per il migliore posizionamento della stessa.