“Per quanto riguarda i Cpi – hanno afermato i quattro presidenti – a tutt’oggi non vi è alcuna certezza sui trasferimenti dei fondi per la programmazione 2012-2013: ciò significa che dal prossimo primo gennaio i Centri per l’Impiego rischiano di perdere quelle professionalità ad alta specializzazione che da anni contribuiscono ad un pieno e corretto funzionamento delle strutture e che rappresentano un fondamentale punto di riferimento per l’utenza. Ciò produrrà un duplice danno: sia all’utenza che non potrà usufruire delle loro competenze, sia agli stessi addetti, circa 200 coloro che operano nelle diverse sedi dei Centri per l’Impiego, che rischiano di restare senza lavoro. Dobbiamo sapere al più presto, insomma – rimarcano i presidenti – se i Centri per l’Impiego avranno un futuro. Altrettanto rilevante è il problema che, a breve, rischia di travolgere gli Uffici del Genio Civile. Come è noto è stata prorogata al primo gennaio 2013 l’entrata in vigore delle Legge regionale 28/2011, che detta le norme per la riduzione del rischio sismico e che ha introdotto un regime autorizzatorio per il 100% dei progetti relativi ad interventi ricadenti nelle aree a media ed alta sismicità, oltre a spese particolarmente elevate a carico di chi deposita un progetto. L’ulteriore lavoro introdotto dalla nuova norma, che richiede decine di ingegneri dei quali gli uffici non dispongono negli organici, graverà completamente sugli uffici provinciali del Genio Civile ai quali, però, la nuova legge non ha destinato né personale né risorse finanziarie. In questo caso, ci avviciniamo a grandi passi alla scadenza della proroga e senza la certezza di risorse finanziarie e di personale da parte della Regione, non solo si rischierà la paralisi di tutti gli uffici del Genio Civile ma si bloccherà l’intero settore dell’edilizia, con conseguenze drammatiche sull’occupazione e sugli investimenti. Nel caso del L’Aquila in particolare, inoltre, tale situazione di incertezza rischia di compromettere ulteriormente la ricostruzione post sisma. Anche in questo caso ciò che ci preoccupa maggiormente è che dalla Regione non è giunto alcun segnale”.
I presidenti hanno anche esaminato le problematiche inerenti ad uno dei servizi resi dalle Province nell’ambito delle Politiche Sociali, vale a dire l’erogazione delle spese per il trasporto degli studenti disabili che frequentano le scuole superiori: al riguardo proporranno al presidente Chiodi che il servizio venga affidato completamente ai Comuni.
“Allo stato attuale le Province hanno il solo compito di trasferire ai Comuni le risorse per servizi che i Comuni stessi già erogano. A questo punto, anticipando gli indirizzi già prospettati dal presidente del Consiglio Mario Monti in materia, è meglio trasferire il servizio integralmente ai Comuni: in tal modo avremo realizzato un grosso snellimento della burocrazia, ridurremo i tempi al minimo e si eviterà qualsiasi sperpero del denaro pubblico. Sulle tre questioni vorremmo dalla Regione – concludono i presidenti delle Province – una risposta chiara e soprattutto tempestiva: ne va dei servizi da garantire ad ampie fasce della popolazione e soprattutto del rispetto nei confronti dei cittadini”.
“Pur nella incertezza circa il loro futuro e pur penalizzate dai crescenti tagli dei trasferimenti da parte dello Stato, le Province proseguono il mandato sulla via della responsabilità – afferma il presidente dell’Unione delle Province abruzzesi, Di Giuseppantonio – e di fronte ai silenzi e ad una prospettiva carica di interrogativi abbiamo scelto ancora una volta di non attendere gli eventi: in ballo c’è l’erogazione di servizi essenziali, c’è il futuro di tante famiglie ma anche una fetta rilevante dell’economia abruzzese . E per questo chiediamo, prima che sia troppo tardi, un impegno concreto da parte della Regione: sono certo che il Presidente Chiodi comprenderà le nostre ragioni”.