Il politico ricorda infatti le dichiarazioni, definite da Riccardo “trionfanti”, nelle quali si sottolinea il risanamento della sanità regionale. “L’incredibile svarione grammaticale sulle tessere sanitarie – si legge in un suo comunicato -, che storpia il nome della regione tramutandolo in “ABBruzzo” (con due “B”), indica invece almeno un paio di aspetti sui quali è bene soffermarsi. Il primo: lo sperpero di denaro pubblico, necessario a tamponare la superficialità e incapacità nella pubblica amministrazione, è lungi dall’essere stroncato. La seconda: quando c’è da acquisire meriti, peraltro tutti da dimostrare, il Presidente Chiodi esce dalla tana e fa sfoggio di tutto lo charme di cui è capace. Relativamente a questa vicenda ha almeno intenzione di scusarsi coi contribuenti abruzzesi oppure vuole continuare con lo scarica barile?”.
Non solo. Riccardo ricorda anche la lettera che accompagna le nuove tessere sanitarie, nella quale è lo stesso presidente a scrivere che si tratta di “straordinaria innovazione, per una nuova e più efficace interazione tra cittadino e Pubblica Amministrazione”: una smart card “per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione su tutto il territorio nazionale”.
“A me pare – commenta ancora Riccardo – che una tessera sanitaria emessa da una regione, i cui amministratori non badano neanche a ciò che si premurano di inviare ai cittadini, possa aprire soltanto le porte dell’ennesimo, triste capitolo di ‘cialtroneria’ gestionale, di cui l’Abruzzo avrebbe fatto volentieri a meno”.