Dopo gli ultimi avvistamenti di alcuni orsi nei centri abitati della provincia de L’Aquila e Pescara, l’assessorato ai Parchi e Riserve della Regione Abruzzo per fronteggiare il fenomeno ha stilato un protocollo operativo con vari enti per la “Gestione degli orsi problematici nelle aree della Regione Abruzzo esterne ai Parchi”, approvato con deliberazione di Giunta nello scorso agosto.
In questi mesi è stato portato avanti un tavolo tra l’assessore ai Parchi e Riserve, Donato Di Matteo, il presidente dell’Anci Abruzzo, Luciano Lapenna, il presidente della Provincia de L’Aquila, Angelo Caruso, i presidenti dei Parchi nazionali d’Abruzzo Lazio Molise, Antonio Carrara, della Majella, Franco Iezzi, del Gran Sasso e Monti della Laga, Tommaso Navarra, e la commissaria del Parco regionale Sirente Velino Annabella Pace, il comandante regionale dei Carabinieri Forestali Gen. Ciro Lungo, il delegato per le ONG di tutela dell’orso bruno marsicano, il presidente di “Salviamo l’orso”, Stefano Orlandini, il responsabile del Patom Massimo Pellegrini e i tecnici regionali.
“Per orsi problematici si intendono quegli animali che provocano danni o sono protagonisti di interazioni uomo/orso – spiega l’assessore Di Matteo – con una frequenza tale da creare problemi economici e sociali al punto da richiedere un immediato intervento gestionale risolutivo. Il fenomeno va arginato nell’ambito di una strategia di conservazione della popolazione dell’orso bruno marsicano”.
Sul tema è stato sperimentato uno specifico documento nell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nelle zone di protezione esterna e, più recentemente, anche nel Parco Nazionale della Majella e nelle zone contigue. Il protocollo è stato approvato dal Piano delle Autorità di Gestione e dal Patom presso il Ministero dell’Ambiente nel 2014. Ha lo scopo principale di individuare gli impegni e le modalità organizzative per renderlo applicabile all’intero del territorio regionale in un’ottica di collaborazione tra enti pubblici, in particolar modo tra le pubbliche amministrazioni e le forze dell’ordine (carabinieri forestali) nelle aree esterne ai parchi.
L’obiettivo è prevenire il fenomeno anche fuori dai Parchi nazionali e regionali, affinché gli orsi non vengano sottratti all’esigua popolazione già a rischio di estinzione presente negli Appennini e vengano sempre assicurate adeguate condizioni di sicurezza per i cittadini. Al fine di perseguire l’obiettivo è fondamentale assicurare un’azione continua di prevenzione e gestione delle condizioni che possano contrastare e ridurre l’insorgenza del fenomeno mediante un accurato monitoraggio e inventario delle possibili risorse trofiche (stalle, pollai, frutteti, orti e rifiuti) presenti in ambiente urbano e appetibili agli orsi; la messa in sicurezza del territorio mediante recinti, cancelli, porte idonee e la rimozione di tutto ciò che potrebbe attirarli.
Infine, come strategia, l’attivazione e lo svolgimento di processi di comunicazione finalizzati ad una corretta conoscenza del fenomeno degli “orsi confidenti” da parte di amministratori locali, residenti, turisti e media. “Nei prossimi giorni – ha annunciato l’assessore Di Matteo – firmeremo un altro protocollo con i parchi e le riserve per risolvere definitivamente l’annosa questione dei cinghiali attraverso azioni di sterilizzazione, cattura e abbattimento controllato all’interno dei Parchi. Inoltre, renderemo trasparente e regolamentata la filiera sull’utilizzo e il consumo delle carni”.